Aaron Durogati racconta la sua Red Bull X-Alps

L’atleta italiano è arrivato al traguardo 6° migliorando il suo piazzamento del 2013 ma c’è rammarico per aver sfiorato il podio ed aver perso tre posizioni nei chilometri finali per un atterraggio errato

 

Alla sua seconda partecipazione alla Red Bull X-Alps, Aaron Durogati è riuscito a fare meglio che in passato. Il sesto posto finale – rispetto alla settima posizione del 2013 – lascia però un po’ di amaro in bocca al paraglider meranese, che a 17 chilometri dall’arrivo era saldamente al terzo posto. Poi un errore di calcolo ed è atterrato ad 11 km di arrivo perdendo tempo prezioso e facendosi scavalcare dagli avversari alle sue spalle.

“L’edizione del 2015 dell’X-Alps è stata molto dura”, ha dichiarato Aaron al sito ufficiale della RedBull. Bastano queste parole per capire che l’ultima edizione dell’adventure race più estenuante al mondo – vinta per la quarta volta consecutiva dallo svizzero Christian Maurer – è stata una prova oltre ogni limite fisico per gli atleti in gara.

Nonostante il rammarico, alla fine Aaron si è detto soddisfatto per il piazzamento ottenuto.

Il primo giorno di gara, Aaron ha rischiato la squalifica per violazione di spazio aereo. Quindi, i giorni successivi, ha tracciato linee di volo che lo tenessero lontano dagli spazi aerei proibiti.

Già dal secondo giorno, comunque, Aaron ha ripreso i primi in classifica. “Però è stata una catastrofe dal punto di vista del sentiero che ho scelto per andare in decollo. Mi sono un po’ perso nel bosco, faceva caldissimo e sono arrivato in decollo completamente disidratato”, ha rivelato Durogati. “Questo ha pregiudicato i due giorni successivi, perché ho avuto problemi muscolari e anche in volo ero veramente distrutto. Non riuscivo a volare come so fare”.

Poi è arrivata una giornata di pioggia. “Ho fatto un sacco di metri di dislivello a piedi per salire, planare, poi risalire e planare di nuovo. Comunque, ci siamo sempre portati avanti”.

Dal turnpoint del Brenta ha cominciato a esserci sempre tanto vento. “È diventata una guerra contro il vento. Da lì, la gara è diventata veramente estrema”.

Nell’ultima parte di gara, Aaron ha trovato le condizioni ideali per il suo volo. “Da lì, per me, è diventata una gara vera, perché c’erano le condizioni per spingere”.

Ma, a 17 chilometri dell’arrivo, quando Aaron era terzo, le condizioni di vento sono cambiate. “Non sono stato attento e sono atterrato a undici chilometri dall’arrivo e, quindi, ho chiuso al sesto posto”, si rammarica il paraglider meranese. “Avrei voluto un po’ di più. Però, considerate tutte le situazione pericolose che ci sono state, sono veramente contento di essere arrivato fino in fondo”.

 

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