Adriano Favre: “Soccorso a pagamento? In Val d’Aosta calo di interventi immotivati”

Il direttore del soccorso alpino valdostano, Adriano Favre

La scorsa settimana la Commissione sanità della Regione Lombadia ha approvato la proposta di legge che introduce, in taluni casi, il soccorso alpino a pagamento. Per le tariffe bisogna attendere 120 giorni. In alcune regioni d’Italia il soccorso a pagamento è già realtà: Veneto, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. In Piemonte se ne sta parlando da tempo, ma per il momento non se n’è fatto ancora nulla. A tal proposito abbiamo intervistato Adriano Favre, Direttore del Soccorso Alpino Valdostano, per avere il punto della situazione in una regione dove il “ticket” esiste da un po’ di anni e cercare di capire cosa è cambiato, se è cambiato, con la sua introduzione.


Soccorso in montagna a pagamento, in Valle d’Aosta da quando è realtà?

Sulla base di disposizioni normative regionali,  aggiornate e modificate nel tempo, sin dagli anni 1980 il Soccorso Alpino Valdostano provvedeva ad addebitare agli utenti il corrispettivo per le azioni di soccorso loro prestate qualora costoro risultassero illesi al momento del recupero o del ritrovamento e non venissero sottoposti ad accertamenti sanitari presso il Pronto Soccorso.
Successivamente, con l’entrata in vigore della normativa sull’emergenza sanitaria, i costi relativi alle operazioni di soccorso alpino venivano presi totalmente in carico dall’Amministrazione regionale.
Nel 2006, a causa dell’aumento sempre più ingente del numero di interventi di soccorso con elicottero inappropriati, dovuti ad incuria ed imperizia di alpinisti ed escursionisti, la Giunta regionale ha deliberato di prevedere una compartecipazione al costo (“ticket”) del servizio di elisoccorso in determinati casi particolari, pur garantendo i dovuti interventi a coloro che necessitano di un soccorso, ed ha stabilito che sia l’Azienda USL della Valle d’Aosta ad introitare gli importi dovuti dagli assistiti.

In questo arco di tempo avete riscontrato un calo di interventi, incidenti, perdite di vite umane?

Dall’attuazione della deliberazione del 2006 non si è riscontrato nessun cambiamento nel numero degli interventi, perdite di vite umane o incidenti, semmai si è osservato il calo degli interventi immotivati e questo era l’obiettivo che si voleva raggiungere.

 Qual è il suo parere su tale questione?

Un’azione di responsabilizzazione degli utenti della montagna era quanto mai necessaria, una pericolosa deriva nell’attivazione del Soccorso alpino per situazioni puramente di comodo e a costo zero metteva a repentaglio la sicurezza degli equipaggi senza motivo.

Mi dice il costo di un intervento? E la quota ticket a carico dell’escursionista/alpinista?

Le modalità attuali sono definite dalla Deliberazione della Giunta regionale n. 2172 del 31.12.2013 che stabilisce quanto segue:

“Tariffa da applicare all’attività di elisoccorso nell’ambito della mobilità sanitaria. Modalità di compartecipazione alla spesa.
La tariffa da applicare per l’attività di elisoccorso nell’ambito della mobilità sanitaria è di euro 115,00 al minuto di volo.
Nel caso in cui il medico intervenuto ritenga la chiamata totalmente immotivata, l’importo dell’intervento è posto a carico dei destinatari dell’intervento stesso.
Nel caso in cui il medico intervenuto non riscontri motivazioni sanitarie a giustificazione della chiamata, l’importo dell’intervento è posto a carico dei destinatari dell’intervento stesso, fino ad un massimo pro capite di euro 3.500,00“.
Pare corretto ricordare a questo proposito che la maggioranza degli alpinisti è ormai assicurata e che anche per i fruitori occasionali della montagna esistono tipologie di polizze che possono garantire idonea copertura.

In Lombardia si teme, nel qual caso tale proposta di legge venisse approvata, un calo di presenze turistiche. Da voi avete registrato tale diminuzione?

Non risulta che le presenze turistiche in Valle d’Aosta siano variate a seguito della definizione del costo di alcune prestazioni di elisoccorso.

Un Commento

  1. Grazie Signor Direttore Fabio per questa interessante intervista. Anche il responsabile del soccorso alpino della Val d’Aosta conferma che il ticket per le chiamate di salvataggio in montagna è un ottimo deterrente per scoraggiare gli imprudenti che si avventurano in quota senza la necessaria preparazione fisica e tecnica. A questo punto tutti i governatori delle altre regioni Italiane devono assolutamente prenderne esempio e porre cosi’ fine alla totale gratuità delle costose operazioni di soccorso alpino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio