Annalisa Fioretti: “Vivi per miracolo. La terra trema ancora. Molti amici non ci sono più”

Risultano ancora dispersi i 4 speleologi italiani del Soccorso alpino nel villaggio di Langtang. Oggi al campo base dell’Everest, meteo permettendo, riprendono le operazioni di soccorso. Le vittime del terremoto salgono di ora in ora: 3.200 e 5.000 feriti

annalisa fioretti

 

Ancora dispersi i quattro italiani che non danno più notizie ormai da 36 ore, si tratta di speleologi del Soccorso Alpino in Nepal per una spedizione in montagna, grotte e canyon. Le tracce si sono perse nel villaggio di Langtang, la meta prediletta dagli amanti del trekking che sabato è stato sepolto da una valanga. A lanciare l’allarme sulla sorte dei quattro italiani è stato il fratello di uno di loro, Giuseppe Antonini, di Ancona. Si erano parlati l’ultima volta mezz’ora prima del terremoto, ma da sabato sera il suo telefono satellitare non è più raggiungibile. Sembra però che dopo la prima scossa, Giuseppe sia riuscito a parlare con la compagna. Con lui ci sono anche il medico speleologo Gigliola Mancinelli, Oscar Piazza, del soccorso alpino del Trentino Alto Adige e il genovese Giovanni Pizzorni.

 

  • Everest elicotteri

 

Intanto non si fermano le scosse di terremoto e purtroppo di ora in ora si aggrava il bilancio delle vittime, salite a 3.200 con oltre 5.000 feriti. Kathmandu è una città devastata, così come lo sono i campi base sull’Everest. Sinora qui i morti accertati sono 22 e centinaia i feriti e i dispersi. Molti alpinisti, almeno 200, sono bloccati tra c1 e c2 a causa della via che è collassata per la caduta di seracchi, valanghe, ghiaccio, rocce e neve. Ieri sono cominciate le operazioni di soccorso, ma poi si sono dovute fermare a causa del maltempo. Oggi, meteo permettendo, tornano al campo base per portare tutti in salvo. Gli italiani stano bene. Annalisa Fioretti ci scrive: “Siamo vivi per miracolo. La terra trema ancora e alcuni amici non ci sono più”. Lei e il suo gruppo (al campo base Everest per una spedizione sul Lhotse) a breve dovrebbero scendere, come scrive sulla sua pagina Facebook: “Domani scendiamo a Periche o Thiengboche o boh dipende dove i lodge sono in piedi. Oggi io e Marco siam risaliti al CB e siam scampati a 2 valanghe da Pumori e Nupste dopo una scossa di terremoto forte… stiamo bene, stanchi e ammaccati ma bene… il campo fa paura… ci son 200 persone bloccate al c1 e c2… oggi qualche elicottero è volato ma non abbastanza”.

 

E questo è il racconto del giorno del terremoto di Annalisa Fioretti su “8.000 metri e oltre”:

 

“…nelle orecchie ho ancora il silenzio tombale che ha seguito la valanga… Nevicava quel giorno e dopo colazione siamo rimasti in tanda mensa a chiacchierare del turismo italiano e tedesco..Marco e Seba ci hanno a che fare e ne discutevamo. Si passa così il tempo.. Abbiamo anche tagliato e divorato del filetto di speck di Seba..ottimo come tutte le sue leccornie! poi alla spicciolata siamo tornati nelle nostre tende. Io avevo iniziato il libro “Congo” e volevo finirlo.. Verso le 11:45 ho sentito il pavimento della tenda muoversi..la mia mente razionale ha subito scartato l’ipotesi di un terremoto..”in Himalaya?!?!”..peccato che alle prime due scosse sussultorie ne sia seguita una molto forte ondulatoria che mi ha scatenato una nausea mostruosa..mi sono affacciata alla tenda infilandomi a razzo gli scarponi sentendo Mario che urla “fuori” e contemporaneamente Seba che dice “arrivaaa”..mi volto verso il Pumori e vedo una nube grigia arrivare a una velocità incredibile..mi butto nella mia tenda e urlo “Marcoooo quiii!”..e Marco si tuffa nella mia tenda seguito da Mario..

Pochi secondi e la tenda viene invasa da polvere di neve e sabbia che ci entra nelle vie aeree mentre mi proteggo con un braccio e con l’altro cerco di reggere il retto della tenda che viene schiacciato dall’urto, per creare una sacca d’aria..
Secondi che paiono ore.. Poi tutto finisce e ci alziamo con la neve ovunque che ci ha creato baffi, barbe e sopracciglia da babbi natale come fosse collosa.
“State bene?”..noi sì..fuori sentiamo Seba che chiede la stessa cosa e intanto urla cha ha male alla spalla..lui è rimasto fuori e qualche sasso vagante deve averlo colpito. Pemba é in silenzio coperto di neve..la sua tenda non c’è più..lo scuoto,gli spazzo via la neve e gli massaggio le spalle..attorno a noi un silenzio mortale..
Le nostre tende sono distrutte e ammucchiate, ma noi siamo coperti da dei seracchi..e attorno?
Faccio 10m e trovo le prime persone: uno sherpa col bacino rotto pieno di sangue e un altro incastrato nel telo della tenda col viso insanguinato…e allora intuisco la catastrofe!
riempio lo zaino di bende, fiale di anestetico e antidolorifici, flebo e siringhe, infilo due paia di guanti e corro alla tenda medica.
Lì c’è il caos! la gente comincia ad arrivare, ma la dottoressa americana è nel panico, prende gli splint che le dò (servono per fare una specie di gesso bagnando delle bende e mettendole attorno all’arto..asciugano e si irrigidiscono) e le mette nelle sua tenda senza manco capire! sta lì e non fa nulla se non ogni tanto urlare per la confusione…
La confusione c’è ed è data dal fatto che siamo 4 medici ma siamo vestiti come gli altri e non ci riconoscono! un medico francese ed io prendiamo in mano la situazione dividendo i malati su sacchi a pelo che troviamo in giro e iniziando a lavorare facendo triage tra chi potrà salvarsi e chi no.
Mi guardo attorno pochi secondi giusto per capire che..è come essere in guerra! il mio primo malato ha il cranio sfondato sull’orbita ed esce il cervello.. Reprimo un conato e cerco di tranquillizzarlo. Gli faccio un antidolorifico e assieme a una dottoressa francese lo bendiamo mentre lei, apparentemente tranquilla ma sotto shock, si ostina a voler prendergli una vena e poi gira con l’ago dell’agocannula chiedendo dove deve metterlo perchè è un ago, è pericoloso!La guardo senza capire e poi le dico che deve fare triage, dedicarsi a chi può farcela!è brutto, bruttissimo dire a uno “tranquillo, va tutto bene” quando sai che non va bene proprio nulla!!!attorno si stanno ammassando..una giapponese con una gamba ruotata dal femore al contrario si lamenta per il male..le faccio una fiala di antidolorifico mentre il medico francese le rimette a posto la gamba..lei urla,cerca di muoversi, io le accarezzo la testa e le dico di non mollare, di restare con me..le stringiamo le caviglie bloccandole le gambe e la infiliamo in un sacco perchè ha freddo. Un americano urla a tutti di fottersi..ll calmo e cerco la ferita che non trovo.. poi sotto la coltre di vestiti (intatti)trovo un buco come un proiettile, nel bacino..probabilmente colpito da qualche palo delle tende..gli faccio una medicazione compressiva, un antidolorifico e diccome continua fuck di qua e fuck di là gli dico di stare calmo e di guardarsi attorno..lui è fortunato!ad un tratto il mio sguardo incrocia quello di una coppia di ragazzini che fotografano e ridono…come due siluri il medico francese ed io gli urliamo di levarsi dai piedi e scomparire..turisti della morte come dice Seba..affamati di immagini da esibire davanti agli amici..stupidi!!!!!
andiamo avanti ore a bloccare arti col cartone e bende, a somministrare anestetici e antidolorifici finchè ne ho..perchè magicamente il castello dorato della tenda medica resta chiuso e non ne esce nessuna siringa o fiala o…
Corro al mio campo a chiedere acqua calda, ma li trovo come li ho lasciati ore fa..in bambola!
ad un certo punto vedo nel caos Marco e Seba che mi chiedono cosa possono fare..li indirizzo uno a portare la giapponese nella tenda medica, l’altro a tagliare cartoni per immobilizzare arti..
c’è una coreana apparentemente intatta, truccata, bella..la visitiamo assieme, il medico francese ed io..probabilmente una frattura interna..antidolorifico e sacco a pelo.
è una guerra..capisci che sei solo un palliativo, che puoi solo tamponare e alleviare e basta!nevica..di elicotteri manco parlarne!
all’inizio ci siamo divisi nei campi, ma c’è odore di gas fortissimo in alcuni campi..bombole sparse ovunque..così decidiamo di restare fermi e istruiamo gli alpinisti a portarci i feriti..
sangue a caos ovunque…
Ci arrivano notizie di almeno 30 persone inghiottite dall’Ice Fall che si è aperto mentre loro scendevano e di 200 persone bloccate tra campo 1 e c2..stan bene e vagamente immaginano cosa sia successo..
Verso le 15 i miei compagni vengono a chiamarmi..scendiamo verso Gorak Shep.”
Annina

 

Marco Zaffaroni e il suo compagno Roberto Boscato sono bloccati al C1 ma ieri via sms hanno fatto sapere che stanno bene e tranquilli. Marco Confortola, invece, è al campo base del Dhaulagiri, anche lui sta bene e attende di ridiscendere.

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