Bhagirathi, i Ragni di Lecco presentano la nuova spedizione

I tre Ragni di Lecco (Della Bordella, Schiera e De Zaiacomo) partiranno a metà agosto per scalare sul massiccio indiano, massima elevazione 6.856 mt, ritenuto sacro dall’Induismo

matteo della bordella ragni di lecco bhagirathi

 

A metà agosto Matteo Della Bordella, fresco del premio La Grignetta d’Oro, partirà per l’India insieme a Luca Schiera e Matteo De Zaiacomo; andranno a scalare nel gruppo del Bhagirathi in India. Una serie di vette, tutte al di sopra dei 6.000 metri (la più elevata il Bhagirathi I 6.856 metri) considerate sacre dal popolo indiano. Il periodo migliore per le salite è ovviamente la primavera-estate, si parte da maggio, giugno e settembre.  Il massiccio prende il nome dal fiume turbolento nello Stato del Uttarakhand; è il tratto iniziale del Gange. Da qui la sacralità per l’Induismo.

Da queste parti, nel 2011 Daniele Nardi e Roberto Delle Monache hanno aperto una nuova via tra il Bhagirathi III (6457m) ed il Bhagirathi IV (6193m).

Martedi 21 luglio, presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale, in Piazza Diaz 1 a Lecco, alla presenza del sindaco di Lecco Virginio Brivio, del presidente del Gruppo Ragni di Lecco, Fabio Palma, sarà presentata la nuova spedizione dei Ragni.

Con loro partierà anche Ariana Colliard, ottime capacità alpinistiche e specializzata in riprese in condizioni ambientali difficili: si occuperà di foto e riprese.

Ecco cosa ci ha raccontato Matteo Della Bordella, nome di punta dei Ragni di Lecco, nella recente intervista rilasciataci all’indomani dell’ambito riconoscimento ricevuto La Grignetta d’Oro in merito alla sua visione di alpinismo: “La mia visione di alpinismo è scalare con uno stile pulito ed in arrampicata libera le più grandi pareti del mondo. Sono sempre stato affascinato dalle grandi pareti di roccia, sia nelle Alpi, che al di fuori; un fascino che aumenta quando queste pareti si trovano in luoghi remoti e difficilmente accessibili. Scalare con uno stile pulito significa non modificare l’ambiente, non lasciare tracce del proprio passaggio, preservare la natura e la roccia per chi verrà dopo di noi. Scalare in arrampicata libera significa salire le pareti in modo “fair”, utilizzando solo gli appigli e gli appoggi offerti della roccia per progredire; l’attrezzatura tecnica serve solo per sicurezza in caso di caduta, ma non per tirarsi su. Come ha fatto David Lama sul Cerro Torre, Tommy Caldwell sulla Dawn Wall oppure noi sullo Shark’s Tooth”.

 

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