Borghi: “Il futuro delle Alpi sta in una strategia macroregionale”

Il presidente nazionale Uncem e presidente Intergruppo Sviluppo della montagna delinea la via per il futuro dell’arco alpino in Italia e in Europa

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“Le Alpi sono una grande regione europea, storicamente interconnesse, ed è pertanto naturale realizzare una Strategia macroregionale condivisa, che attui una politica comune, senza subliminali ipotesi scissionistiche o autarchiche ma al contrario dentro la logica di cooperazione e di solidarietà. È un’opportunità, questa, che nonpossiamo permetterci di sprecarema che deve diventare concreta con la programmazione dei fondi europei che Stato e Regioni hanno a disposizione nel nuovo periodo di programmazione 2014/2020”. Lo ha detto l’on. Enrico Borghi, presidente nazionale dell’Uncem e presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, al convegno “Eusalp. Le Alpi guardano all’Europa, l’Europa guarda alle Alpi” lunedì 9 marzo promosso dall’Uncem Piemonte al Centro congressi dell’Hotel Fortino.

 

“La chiave di questa Strategia sta pertanto nella cooperazione tra Stato, Regioni e Autonomie locali – ha continuato Borghi – per spendere al meglio le risorse nei campi della competitività, dell’accessibilità e dello sviluppo delle risorse naturali e culturali. Una Strategia macroregionale alpina deve poi essere lo strumento persuperare gli svantaggi strutturali delle regioni di montagna dell’area alpina, con particolare riferimento alle questioni connesse allo sviluppo sostenibile dei territori e alle culture transfrontaliere. Le parole chiave di questa nuova area geopolitica sonosussidiarietà e autogoverno delle collettività locali, cardini fondamentali per lariuscita dell’accordo e per la messa in campo di politiche condivise e mirate alla specificità dei territori che fanno parte della macroregione. Per la parte italiana,dobbiamo evitare che la nascita di una politica alpina comune, tanto attesa, significhi la creazione di nuove entità istituzionali o di nuove burocrazie centraliste.

 

Al contrario, occorre puntare con determinazione sulla riorganizzazione istituzionale mediante le Unioni montane e le nuove Province montane, per costruire una modalità corretta nella quale Stato e Regioni legiferano e i Comuni, in forma associata amministrano. Sarà questa la struttura per dare corpo concretamente alla strategie macroregionale alpina, con l’obiettivo di fornire risposte concrete a cittadini, famiglie e imprese di questi territori”.

 

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