Dal miele del Tirolo e Pinzgau di qualità superiore tante dolci ricette

miele
Curiosità: “luna di miele” deriva da una bevanda realizzata con acqua, miele e lievito chiamata “idromele”

Gli antichi greci lo definivano “l’oro dolce” quando era leggenda che il miele nutrisse i figli degli dei donando immortalità, sapienza, saggezza e forza attraverso i suoi benefici. Lo stesso Ippocrate lo utilizzava per le sue proprietà curative: contro raffreddori, febbri e come medicazione alle ferite. Del resto è ben noto che il miele è stato, nella storia passata ed anche più remota dei primi uomini (che lo utilizzavano come unica sostanza dolce disponibile), l’unico dolcificante a disposizione pure in tempi di carestia quando non ci si poteva permettere di acquistare lo zucchero (che fu, sì, introdotto nel Medioevo ma aveva costi altissimi e quindi era a disposizione del ceto più ricco e più nobile). L’oro liquido è davvero stato, e lo è tutt’oggi, una vera e propria risorsa e lo sanno bene gli apicoltori del Tirolo orientale e della confinante regione del Pinzgau che con estrema dedizione ottengono miele eccellente e pregiato nel gusto del suo sapore intenso, profumato. Con i suoi boschi, i prati, gli alpeggi e le alte montagne, il Tirolo offre un’abbondante vegetazione alle api che trovano il nettare per produrre miele. Si produce così un ottimo miele di rododendro e di abete (utilizzato per rendere più raffinate le pietanze ma anche usato semplicemente sciolto nel tè o spalmato sul pane o sul formaggio caprino). A questo tipo di miele di bosco sono attribuite proprietà benefiche per la salute potendo utilizzarlo pure per la produzione di propoli, creme e saponi. Nel Pinzgau, gli apicoltori si servono dell’apis mellifera carnica (da tanti considerata la miglior razza di api) per produrre una varietà di miele prezioso e garante di energia per la mente e per il corpo. Nella regione salisburghese sono circa 5000 le colonie d’api curate da 400 apicoltori che garantiscono un prodotto sano considerando il ridotto uso di sostanze chimiche.
LE RICETTE
Da questo paradiso per gli amanti del miele, “strappiamo” qualche ricetta tanto per addolcirci nelle giornate fredde d’inverno. Per la preparazione del Parfait di miele di abete con noci e cialde di semi di zucca occorreranno 6 tuorli d’uovo, 150 gr di miele, 500 gr di panna da montare. 2 cl di martini bianco. Per la guarnizione utilizzeremo 35 gr di zucchero, 40 gr si semi di zucca, 20 gr di noci sgusciate. Ed infine per realizzare le cialde di zucca ci procureremo 100 gr di zucchero, 40 gr di semi di zucca, 40 gr di farina, 40 gr di burro, 20 gr di miele e 2 cl di succo d’arancia. Per la preparazione bisognerà dapprima montare la panna a neve ben ferma. Sciogliere i tuorli, il miele ed il martini a bagnomaria sino ad ottenere un composto spumoso e mettere in acqua fredda e sbattere a freddo per poi incorporare con la panna. Ottenuto il composto si potrà versarlo in stampini da riporre nel freezer. Per la preparazione delle cialde di semi di zucca bisognerò tritare grossolanamente i semi di zucca per poi unirli agli altri ingredienti e mescolare. Spalmare il composto a listarelle sulla placca da forno e cuocere brevemente a 160 gradi. Per la preparazione dei semi di zucca caramellati per guarnire il parfait occorrerà sciogliere lo zucchero in una padella per poi aggiungere i semi di zucca e tostare leggermente. Lasciare raffreddare e poi spezzettare grossolanamente. Rovesciare il parfait e servirlo con i semi di zucca caramellati, le noci e le cialde.
Allontanandoci poco distante, oltrepassando il confine, nella regione del Pinzgau è tanto apprezzato l’aspic al miele e al latticello su ragout di frutti di bosco con miele in favo che si preparerà con 50 gr di latticello, 25 gr di panna montata, 100 gr di zucchero a velo, 8 fogli di gelatina, 1 limone (di cui si utilizzerà la buccia grattugiate ed il succo). Per il ragout di frutti di bosco occorreranno 50 gr di zucchero, 250 gr di frutti di bosco, 12,5 cl di vino bianco, 40 gr di maizena. Per il miele in favo: 60 gr di burro, 30 gr di miele, 2 cl di acqua, 75 gr di zucchero, 35 gr di farina. Iniziamo con la preparazione dell’aspic al latticello: fate sciogliere la gelatina e versate un po’di latticello. Quando la gelatina sarà pronta versare il resto del latticello. Aggiungete zucchero, succo e buccia di limone aggiungendo gradualmente la panna ben montata. Il liquido ottenuto dovrà essere versato in uno stampo foderati con pellicola e riposti in un luogo fresco. Per la preparazione del ragout di bosco: fate dorare lo zucchero ed una volta pronto dovete versare il vino bianco, mescolando con la maizena. Aggiungendo poi i frutti di bosco, bisognerà mescolare per ottenere una salsa. Per realizzare il miele in favo, sciogliete il burro ed il miele aggiungendo l’acqua un po’ per volta ed unirete poi la farina e lo zucchero e versandoli attraverso un setaccio sul miele. Mescolate il tutto e lasciate raffreddare. Quando questo impasto sarò freddo, formerete delle palline che metterete su una teglia da forno per infornarle a 200 gradi. Una volta cotte, le palline andranno modellate e raffreddate. Si consiglia di accompagnare il dolce con un vino dolce che è prodotto con uva raccolta durante le grandi gelate: il trockenbeerenauslese.
Einstein diceva: “quando le api scompariranno, all’uomo non resteranno che solo quattro anni di vita”. Il grande vantaggio del miele è di poter fornire a chi ne fa uso calorie non dannose per l’organismo. Quindi è adatto a tutti ed anche ad atleti o diabetici o per chi vuol intraprendere una dieta ipocalorica. Fa bene al cervello ed al sistema nervoso. Mantiene, insomma, l’efficienza mentale. È un ottimo sedativo per la tosse ed applicato sulla pelle lenisce abrasioni ed ustioni. Allevia il prurito ed il rossore provocato dal contatto della nostra pelle con insetti, special modo con zanzare. Rallenta i processi di invecchiamento ed è curativo in caso di acne.
La curiosità
Ed in ultimo una curiosità per chi ha deciso di convolare a nozze. La tipica espressione “luna di miele” deriva da una bevanda realizzata con acqua, miele e lievito chiamata “idromele”: nell’antichità veniva fatta bere agli sposi come augurio per propiziare l’arrivo di un figlio maschio.

Silvia De cristofaro
s.decristofaro@mountlive.com

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