Ferran Latorre verso la vetta del Nanga Parbat

Il trio franco-spagnolo Ferran Latorre, Yannick Graziani e Hèlias MIlleriouz, partito dal campo base. Saliranno la via tentata nel 2000 Messner-Eisendle-Tomaseth e poi dagli altri negli anni scorsi. Utilizzeranno gli sci e dovranno decidere se oltrepassare il bacino Bazhin e poi salire per uno dei canaloni del trapezio sommitale oppure raggiungere le creste e di lì sino in vetta

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foto: ferranlatorre.com

Nanga Parbat: il trio Ferran Latorre, Yannick Graziani e Hèlias MIlleriouz è partito verso la vetta. Il trio è ormai acclimatato ed ha trascorso nei giorni scorsi notti in quota raggiungendo i 7000 mt. I tre tenteranno la via che provarono Messner-Eisendle-Tomaseth nel 2000. Una via provata e riprovata anche nel corso degli anni a venire. Da Moro ed Urubko, da Mackiewicz e Revol e lo scorso inverno, nelle intenzioni, da Moro e Lunger.

Le intenzioni del trio franco-spagnolo è di salire il più possibile con gli sci, fin dove la neve lo permetterà. Sci usati anche nei giorni scorsi per scendere dalla montagna in fase di acclimatamento. C’è un piano A e un piano B: attraversare il Bacino Bazhin e poi salire per uno dei canaloni sino in vetta oppure salire in cresta e da qui giungere sino in vetta?

Latorre su Facebook Inizia un emozionante viaggio di cinque o sei giorni in cui dobbiamo dare il meglio di noi e, se tutto va bene, riceveremo il miglior regalo per un alpinista: aver tracciato un nuovo percorso sul Nanga Parbat. Oggi, mentre leggete queste parole, saremo sulla via per il c1. Partiremo presto dal campo base, verso le cinque del mattino, per evitare la caduta di pietre dal corridoio d’ingresso che con il sorgere del sole e il calore è molto probabile. Da questo punto la nostra strategia varierà secondo le previsioni del tempo. Finora sembra che i giorni 10.11 e 12 possono essere buoni, ma con un po ‘di vento. Sulla carta tutto è facile. In realtà ci saranno molti ostacoli da superare, geografici, tecnici e che vivono dentro di noi.

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