Gran Paradiso, ghiacciaio Trajo arretra di 69 mt e il Monciair di 63

L’effetto dei cambiamenti climatici e della caldissima estate 2017 si manifesta nel continuo arretramento dei ghiacciai presenti nel Parco Nazionale Gran Paradiso, sono quindi molto negativi i risultati del monitoraggio effettuato dal Corpo di Sorveglianza dell’Ente Parco, in collaborazione con gli operatori del Comitato Glaciologico Italiano.

Secondo le rilevazioni effettuate, i dati raccolti dimostrano un intenso regresso delle fronti glaciali che sta portando alla forte riduzione o estinzione dei ghiacciai di minori dimensioni presenti nell’area protetta, con la divisione di alcuni di quelli maggiori e una rapida trasformazione del paesaggio dell’alta montagna.

I ritiri frontali sono stati a volte eccezionali. Il valore massimo è stato registrato al ghiacciaio del Trajo in Valle di Cogne, che è arretrato di 69 metri, mentre è in disfacimento lo scivolo glaciale della Becca di Monciair, in Valsavarenche (-63 metri). L’innevamento residuo, ovvero la copertura nevosa che rimane sul ghiacciaio al termine della stagione di ablazione, è scarso e a volte completamente assente, venendo a mancare la linfa vitale per l’esistenza del ghiacciaio stesso.
Significativo è il caso del ghiacciaio del Grand Etret, il cui bilancio di massa, parametro che esprime meglio di altri lo stato di salute di un ghiacciaio, relativo al periodo 2016-2017, è risultato negativo con una perdita di quasi un metro di equivalente in acqua. Dal 1999 ad oggi il ghiacciaio ha perso più di 16 metri di spessore.
Particolare rilievo ha anche l’aspetto ambientale della ricerca; il lavoro dei guardaparco viene condotto con un impatto nullo. Per raggiungere i luoghi delle rilevazioni infatti non vengono utilizzati elicotteri, ma solamente gli sci o i ramponi.

L’ispettore del Corpo di Sorveglianza, Stefano Cerise, commenta così i risultati “Dal 1993 seguiamo con attenzione i ghiacciai presenti nel Parco ed il loro arretramento, da porre in relazione al riscaldamento globale di questi ultimi lustri. Queste attività sono utili per monitorare i cambiamenti climatici e comprenderne gli effetti e sono possibili grazie al meticoloso lavoro sul campo e di raccolta e elaborazione dati svolto dai guardaparco, che nel 2017 hanno osservato 37 dei 58 ghiacciai presenti nell’area protetta”.

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