Gran Sasso: escursionisti in pantaloncini e scarpe da ginnastica, salvati
Pantaloncini corti e scarpe da ginnastica. Erano davvero mal equipaggiati i tre escursionisti romani recuperati oggi dal Soccorso Alpino e Speleologico e dall’elicottero del 118 sul Passo del Cannone (2700 m s.l.m.), a pochi passi dal rifugio Franchetti, sul versante Nord del Gran Sasso.
Stavano scendendo sul sentiero estivo che da Corno Grande torna a Campo Imperatore, e forse ingannati dalla splendida giornata, lungo la diagonale che procede per la Sella del Brecciaio, hanno sottovalutato la neve, ma soprattutto le ripide lastre di ghiaccio che si formano sul versante Nord del Gran Sasso, il più impervio.
Nel 2014, in una giornata di novembre per molti aspetti simile a questa, il Passo del Cannone fu invece fatale per i due alpini pugliesi del Nono Reggimento. A loro infatti, sempre a causa del ghiaccio, un terribile volo di 400 metri non lasciò scampo.
“Hanno fatto bene a non azzardare una discesa da soli, ma un equipaggiamento adeguato in montagna è d’obbligo – ammonisce Camillo Sanelli, il tecnico di elisoccorso del Cnsas che ha recuperato i tre con imbrago e verricello, giusto in tempo prima del tramonto – Il buio, le temperature proibitive e un abbigliamento assolutamente inadatto potevano costargli la vita”.
Mi resta difficile commentare perchè un senso di rabbia si impossessa del mio pensiero. Quante volte in tanti anni ho richiamato, ho cercato di fare formazione ed informazione decine di escursionisti che affrontavano il Gran Sasso con abbigliamento del mare. Giovani e meno giovani incurante del pericolo. Ancora più pericoloso famiglie con bambini. Sfidare la montagna per poi vantarsi è da incoscienti, direi da persone frustrate che si ricaricano facendo queste stupidate. Meno male che ora, è stata approvata la legge DEL RECUPERO MA CON PAGAMENTO!