Gran Sasso: sistema antivalanghe O’Bellx, dubbi dal Cai Abruzzo

prati di tivo

Dal “Bidecalogo” del Club Alpino Italiano, punto 2 “IL TERRITORIO, IL PAESAGGIO, IL SUOLO”:
“…Il CAI sostiene la tutela del paesaggio e ritiene indispensabile limitare al minimo il consumo del suolo.
Le procedure di valutazione di impatto ambientale, valutazione di incidenza e valutazione ambientale strategica, (VIA e VAS), da tempo introdotte nel nostro ordinamento, costituiscono i principi guida per una corretta gestione del territorio; le opere e gli interventi antropici devono essere proposti in un quadro di pianificazione territoriale, sottoposti ad una valutazione di carattere economico con analisi dei costi-benefici, autorizzati (laddove previsto dalle leggi nazionali e regionali) solo dopo il superamento di una valutazione di impatto ambientale, ambientale-strategica e anche di incidenza per le aree Natura 2000…”.
Il CAI, quindi, pone attenzione all’incidenza crescente degli impatti e alla indispensabile valutazione ambientale, sociale ed economica di ogni impianto e propone azioni coerenti con il cambiamento climatico e la crescente sensibilità nella fruizione dolce della montagna e nell’uso sostenibile delle risorse. Guarda all’organizzazione durevole nel tempo di paesi in quanto porte di accesso alla Montagna e dei luoghi frequentati. La valutazione economica include il “capitale naturale”espresso anche attraverso i servizi ecosistemici (paesaggi, boschi, fiumi, ghiacciai, valli e pareti … assumono un valore riconosciuto in termini fisici, monetari e di benessere). Il “capitale naturale” è inscindibile dal “capitale culturale” e il CAI rappresenta l’esempio di come sia possibile avvicinarsi alla montagna e viverne le bellezze senza degradarne il significato.

Da questa breve premessa scaturiscono le seguenti osservazioni.

Pur non mettendo in discussione un sistema di sicurezza per il comprensorio e senza svolgere valutazioni di tipo “tecnico” ci si è chiesti:
a) quello degli “O’Bellx” è il solo sistema realizzabile, anche in riferimento all’impatto e alla funzionalità, e che dia le maggiori garanzie nel tempo oppure vi siano soluzioni altrettanto valide, calibrate sulla realtà ambientale, sociale ed economica dei Prati di Tivo?
b) riguardo alla gestione del sistema, sarà la stessa società gestrice degli impianti, attualmente in liquidazione, a dovervi provvedere o un soggetto terzo?
c) quali le modalità preventive di sicurezza da adottare in occasione dell’uso del sistema “O’Bellx”?
d) esiste uno studio/analisi dei costi di gestione annuale (smontaggio e ricovero del sistema durante il periodo estivo di non utilizzo, riposizionamento per il periodo invernale, manutenzione annuale e ricarica dopo l’utilizzazione, costi del personale addetto: due persone qualificate 24 ore su 24 per il periodo invernale, personale qualificato per il monitoraggio del rischio, ecc.) ed a carico di chi?
e) come si prevede di recuperare la somma annualmente necessaria per il funzionamento a pieno regime del sistema?

Questione di metodo di programmazione.
Riguardo agli investimenti fino ad ora effettuati, prevalentemente con fondi pubblici,per il “rilancio” dei Prati di Tivo, ci si è rivolti ad un tipo di sviluppo del turismo pressoché fallimentare, che non ha portato ad un tangibile ritorno in termini diincremento dell’economia del territorio montano coinvolto e di ulteriori investimenti privati e posti di lavoro. A supporto di un piano di sviluppo si sarebbe dovuto effettuare un attento studio del rapporto costi/benefici, valutando anche le statistiche, se esistenti, sull’utilizzo degli impianti e delle piste e sulle presenze negli esercizi ricettivi, alberghieri ed extralberghieri, della zona interessata. Quando si tratta, poi, di programmazioni del genere altro criterio imprescindibile è quello di avere sempre avereuna visione globale e riferita anche ad un tipo di turismo “slow” e non solo settoriale (es. solo sci alpino).
Altro aspetto non marginale nella programmazione è quella derivante dal sapiente utilizzo dei fondi “Masterplan”. Se fossero ulteriormente integrati con i fondi già in fase di utilizzo al fine di completare i lavori su tutta la complessa rete sentieristica e manutenzione dei rifugi, si sarebbe resa fruibile una importante fetta dell’offerta turistico/escursionistica del comprensorio montano;

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Considerazione finale

Ci si trova di fronte ad una situazione di fatto per cui, avendo dei privati costruito strutture abitative insieme a strutture turistiche pubbliche in una zona notoriamente soggetta a movimenti valanghivi, si è ora costretti a dover adottare soluzioni con notevoli costi; pertanto se da un lato non si vogliono ostacolare scelte dirette alla sicurezza, dall’altro si auspica che con l’intervento programmato si metta la parola fine ad una serie di interventi strutturali con finanziamenti pubblici, che di certo non hanno migliorato la situazione economica del comprensorio sciistico dei Prati di Tivo e delle popolazioni locali.
Il CAI rivendica nella pianificazione e programmazione di interventi simili il proprio ruolo di attore, essendo per tradizione e Statuto un’Associazione che ben conosce le complesse dinamiche dell’ambiente montano chiedendo un suo coinvolgimento unitamente alle realtà territoriali (Amministrative, Turistiche, Commerciali) al fine di analizzare le criticità in via preliminare e non doversi poi trovare a rincorrerle.

CAI Abruzzo (da Lo Scarpone)

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