“Grand Hotel”, l’Italia post-bellica alla mostra del Museo della montagna

grand hotelUna nuova proposta espositiva del Museo Nazionale della Montagna: un viaggio alla scoperta dell’Italia postbellica attraverso le illustrazioni delle copertine di una delle riviste più popolari, dove la montagna diventa luogo di “evasione”.
La mostra, curata da Silvio Saffirio riunisce oltre 70 copertine dai primi numeri ad un’ampia selezione di quelle con soggetto montano. Si tratta di pezzi appartenenti alle collezioni del Museo stesso – un’ulteriore occasione per presentare un’altra parte del proprio patrimonio –, che ha potuto realizzare il progetto grazie al sostegno della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo e alla collaborazione della Città di Torino e CAI.
Nel 1946 Alceo e Domenico Del Duca, proprietari delle Edizioni Universo, lanciano un nuovo settimanale di grande diffusione, con una testata dal segno grafico dinamico e innovativo, opera di Walter Molino, che contribuirà al successo. Alla sua nascita “Grand Hôtel” rappresenta una rivoluzione. Prima c’era la guerra e non c’era niente. Ora la tragedia è alle spalle ma c’è ancora poco, anzi pochissimo. E un nutrimento indispensabile diventano la speranza e i sogni. Prima copertina: vediamo un lui e una lei, innamorati e ben vestiti, che entrano in un lussuosissimo cinema, Grand Hôtel, appunto. Come ci entra anche il lettore, anzi, la lettrice, a dimostrazione di quanto le donne siano il motore delle maggior parte delle cose. Si varca quella soglia luccicante e si scopre davvero un altro mondo, fatto di storie a disegni raccontate con un linguaggio pulito, romantico, ma già disincantato.
Un volume, edito dal Museomontagna nella collana Cahier – 96 pagine, illustrazioni a colori, in vendita a Euro 15,00, riunisce tutti i “pezzi” della mostra, introdotti e commentati dal curatore Silvio Saffirio e dall’attuale direttore di “Grand Hôtel” Orio Buffo.

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