Gukow: Non so se tornerò sul Latok. Ora voglio andare a casa

gukov ospedale
Alexander Gukov ormai è salvo, è in ospedale, ha qualche piccolo acciacco. Ieri, dopo 6 giorni in parete sul Latok I (Settemila pakistano) è stato salvato dall’esercito con una difficile manovra a 6.300 metri circa con l’elicottero. Latok era rimasto intrappolato dopo la morte del compagno di cordata Sergey Glazunov, precipitato portandosi giù anche parte dell’attrezzatura. Da allora per Gukow è iniziata l’odissea. Il maltempo, la neve, la nebbia che hanno impedito i soccorsi in montagna. L’unica via era il cielo, l’elicottero con una manovra di long line. Il soccorso in parete impossibile.
Alle prime domande, già all’aeroporto di Skardu, Gukov ha risposto così mentre giaceva sulla barella:

Stamattina mi son ricordato che stanotte ho sognato di essere a casa. Vi ringrazio, tutti, per avermi aiutato. Stavo pensando se verrò di nuovo su questa montagna. Ma questa è un’altra storia. Ora voglio solo andare a casa dalla mia famiglia.

latok 1 gukov

L’operazione di salvataggio in parete

Intanto trapelano notizie sulle operazioni di salvataggio. Una volta preso, l’alpinista russo era in uno stato di quasi incoscienza, non riusciva a parlava ma dalla sua bocca uscivano solo borbottii finché non gli è stato somministrato una iniezione di corticosteroidi per ridurre l’edema cerebrale.

gukov latok

Il punto dove è rimasto per 6 giorni l’alpinista russo

Gukov ora è solo disidatrato, non ha riportato alcun congelamento severo.

Nel frattempo, il corpo del suo compagno di scalata Sergey Glazunov giace sepolto sotto cumuli di neve fresca sul Latok I. Non si sa quando il suo corpo verrà prelevato dalla montagna.

foto: pakistan army (rt.com)

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