Interventi di recupero dei forti austroungarici del Trentino

Il volume a cura della Soprintendenza provinciale per i Beni culturali sarà presentato il 23 marzo a Trento

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I forti di Cadine, Colle delle Benne, Pozzacchio, Dossaccio, Corno, Tenna, nonché la batteria Roncogno e i sistemi fortificati del Tonale e del Brione. A queste macchine da guerra del Primo conflitto mondiale è dedicato il volume “Il recupero dei forti austrungarici trentini”, curato dalla Soprintendenza provinciale per i Beni culturali che sarà presentato il 23 marzo alle 17.30 presso lo Spazio archeologico sotterraneo SASS, in piazza Cesare Battisti a Trento. Alla conferenza interverranno: l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini, il soprintendente Sandro Flaim, il provveditore del Museo storico italiano della Guerra di Rovereto Camillo Zadra e la professoressa dell’Università di Trento Alessandra Quendolo.

“Il Trentino – spiega l’assessore provinciale Tiziano Mellarini nella prefazione al volume – ha sentito come un dovere morale il recupero di questo pezzo di memoria, rendendolo disponibile per visite e momenti di diffusione culturale e riflessione. Un’opera impegnativa, realizzata attraverso il ‘Progetto Grande Guerra’, che ha comportato un vasto disegno di ristrutturazioni architettoniche e di ripristino ambientale, in un’ottica di valorizzazione complessiva che trova ulteriore slancio nella ricorrenza dei cento anni dal Primo conflitto mondiale”.

 

“Il grande sforzo culturale promosso in quest’ultimo decennio dalla Soprintendenza – aggiunge Sandro Flaim – ha permesso il recupero fisico e sociale di un numero considerevole di forti trentini, una selezione dei quali è riproposta in questo volume. Un impegno che non ha inteso proporre l’impossibile recupero di tutto il patrimonio architettonico della Grande Guerra, piuttosto si è intervenuti su alcuni brani significativi dell’ingente sforzo costruttivo dell’Impero austro-ungarico che sapessero, far rivivere questo sofferto momento della storia trentina”.

E così, nel libro “Il recupero dei forti austrungarici trentini”, ecco che si scopre il forte di Cadine, il cui intervento di restauro si è concluso con la ricomposizione perfetta della forma fortificata della tagliata stradale; quindi il forte Colle delle Benne, posto su un terrazzamento naturale affacciato sul lago di Levico; la macchina da guerra incompiuta di forte Pozzacchio; forte Dossaccio nel parco di Paneveggio; forte Corno, disteso lungo la morfologia del terreno; la batteria Roncogno a passo Cimirlo all’inizio del frequentato percorso di visita del monte Celva; forte Tenna, che non ha mai partecipato ad azioni belliche; i forti Presanella, Tonale e Mero che sbarravano il passo del Tonale; e infine la fortezza Brione, al centro della piana del Sarca, un sistema complesso affacciato sul Garda.

255 pagine ricche di informazioni, con contributi di storici, progettisti, direttori lavori, allestitori, funzionari della Soprintendenza per i Beni culturali.

 

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