K2, Kukuczka e Piotrowski aprono la mitica via sulla parete sud

L’8 luglio 1986 i due polacchi, Kukuczka e Piotrowski salgono per la nervatura centrale e un canalone difficilissimo. In discesa Piotrowski precipita e Kukusczka si salva per miracolo. Il 1986 fu l’anno terribile del K2, morirono 13 alpinisti: anche Renato Casarotto

È l’8 luglio. Il 1986. L’anno terribile del K2. Sulla montagna da giugno ad agosto muoiono 13 alpinisti impegnati in diverse spedizioni. Perde la vita, il 16 luglio, anche l’italiano Renato Casarotto. Sono trascorsi 30 anni.

La spedizione

L’8 luglio i polacchi Jerzy Kukuczka e Tadeusz Piotrowski raggiungono la vetta, dopo aver aperto una nuova via sulla parete sud, e scendono lungo la via normale. Bivaccano a 8.300 mt, dove aveva bivaccato la spedizione dei Barrard, ed il 9 luglio scendono al campo 4, dove trascorrono la giornata, per riprendere la discesa la mattina del 10 luglio. Poco sotto la spalla del K2, Piotrowski perde un rampone; nel tentativo di mantenersi in equilibrio, perde anche il secondo, e precipita. Il suo corpo non viene mai ritrovato. I polacchi aprirono davvero una via spaventosa per la nervatura centrale e per un canalone sinuoso (Hockey Stick). Poi il dramma in discesa. Piotrowski precipita, cade di peso su Kukuczka che non riesce a trattenerlo e sparisce nel baratro. Kukuczka riesce a sopravvivere grazie alle tende dei coreani.

kukuczka

Il CB del 1986 A partire dal giugno del 1986, quattordici spedizioni sono impegnate in tentativi di ascensione al K2. Tre spedizioni puntano alla vetta per la via normale lungo lo sperone Abruzzi: una spedizione franco-internazionale guidata da Maurice Barrard, una spedizione sud-coreana organizzata in stile “classico” con ossigeno, ed una spedizione austriaca. Altre tre spedizioni mirano a salire per lo sperone sud-sud-ovest lungo la cosiddetta Magic Line: la spedizione solitaria di Renato Casarotto, una spedizione statunitense ed una polacca. La spedizione italiana di Quota 8000 ha i permessi per entrambe le vie di salita. Una spedizione britannica, guidata da Alan Rouse, punta a salire lo spigolo nord-ovest; una spedizione internazionale guidata da Karl Herrligkoffer punta alla parete sud; una seconda spedizione statunitense mira a salire per la parete nord, dal versante cinese. A queste spedizioni si sommano alcuni gruppi “sciolti”, aggregati alle spedizioni principali. Una è composta da due alpinisti baschi, Mari Abrego e Josema Casimiro; un’altra, aggregata alla spedizione italiana, composta dall’alpinista e documentarista austriaco Kurt Diemberger con la sua compagna di cordata, la britannica Julie Tullis, una terza, composta dagli svizzeri Beda Fuster e Rolf Zemp, aggregata alla spedizione di Herrligkoffer; ed infine, in solitaria, Tomo Cesen.

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