L’AgCom dice no ai tagli degli uffici postali nelle zone di montagna

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L’Autorità Garante delle Comunicazioni non ci sta ai tagli e dice no. Gli uffici postali nei piccoli Comuni e nelle aree montane non possono essere chiusi. Il  presidente dell’AgCom Angelo Marcello Cardani ha inviato al presidente nazionale Uncem e presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna. Una missiva che giunge dopo la nota trasmessa lo scorso mese all’AgCom a seguito del rischio diminuzione del servizio postale nelle aree montane e rurali.
Nella lettera il Garante rassicura innanzitutto sulla volontà di mettere in atto “ogni sforzo possibile” per evitare che le aree interne risultino svantaggiate rispetto alla restante parte del Paese e specifica che la delibera più volte richiamata anche dalle numerose azioni messe in campo dall’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, del quale Borghi è presidente, ha proprio il fine di obbligare Poste italiane al rispetto dello specifico divieto di chiusura di quegli esercizi che servono gli utenti nelle zone remote del Paese.
“Abbiamo l’esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate – afferma l’AgCom – anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio”. Inoltre, il Garante si impegna a “vigilare affinché i criteri e di divieti contenuti nella delibera siano correttamente applicati”.
“La lettera del Garante – commenta l’on. Enrico Borghi – sgombra il campo da ogni ambiguità e mette al riparo dal rischio di riduzione del servizio postale nelle aree montane e marginali, laddove il volume d’affari è chiaramente minore. Apprezziamo soprattutto la volontà di vigilare affinché quel preciso divieto sia rispettato e dal canto nostro saremo sentinelle sul territorio perché questo avvenga, segnalando eventuali storture o disservizi in quelle aree. Ora la sfida è un confronto che avvieremo con Poste Italiane sul nuovo piano di riorganizzazione”.

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