Leggere le montagne, racconti e foto inedite di Walter Bonatti

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Tornano gli appuntamenti di Leggere le Montagne, un’iniziativa della Biblioteca Nazionale CAI e del Museo Nazionale della Montagna con la collaborazione della Città di Torino e del Club Alpino Italiano. Si comincia sabato 25 marzo (ore 17,30 Sala degli Stemmi del Museo, ingresso libero) con la presentazione di un volume di trecento pagine, ricco di testimonianze inedite sulla vita alpinistica di Walter Bonatti: “Walter Bonatti, il sogno verticale. Cronache, immagini e taccuini inediti di montagna”.
Angelo Ponta nel suo libro – accompagnato da un ricchissimo corredo iconografico di oltre 300 fotografie, appunti e quaderni – racconta i “giorni grandi” (1945-1965) delle scalate dell’alpinista lombardo, dal primo chiodo piantato sulle Orobie alle arrampicate sulla Grigna compiute con gli amici del gruppo monzese dei “Pell e Oss”, per concludersi vent’anni più tardi con la leggendaria salita della parete nord del Cervino: una nuova via, prima volta per via direttissima, prima volta sulla vetta in invernale, prima volta in solitaria. Di notevole interesse, in particolare, le fotografie dei primi anni di attività, le relazioni tecniche delle scalate, le pagine di quaderno sulle quali per anni Bonatti appuntò i particolari delle sue arrampicate, e i primi articoli a lui dedicati dai giornali.
Poi, le grandi salite, a cominciare da quella sul Grand Capucin, per continuare con le innumerevoli vie nuove sulla catena del Monte Bianco e tante altre magnifiche imprese. A legare tra loro questa mole di immagini e documenti, oltre agli scritti di Bonatti, il libro raccoglie anche le appassionate parole di coloro che accanto a lui vissero momenti particolari di una vita fuori dal comune: alpinisti (tra i quali Mario Bianchi con cui nel 1949 salì lo sperone Walker delle Grandes Jorasses), giornalisti, fotografi, amici d’infanzia, storici, come Roberto Mantovani, e testimoni, come Marco Zappelli, figlio di Cosimo, l’ultimo grande suo compagno di cordata.
Ma Bonatti fu anche un grande comunicatore. E non solo quello che tutti conobbero grazie ai reportage per “Epoca” che rappresentarono la sua “seconda vita”. Già negli anni dell’alpinismo il Bonatti fotografo, scrittore e conferenziere aveva imparato il gusto e l’arte della divulgazione. Il sogno verticale contiene perciò anche le testimonianze di chi ebbe Bonatti come “collega” (dal giornalista Domenico Agasso al fotografo Giorgio Lotti) e di chi con lui mosse i primi passi in tv (il filosofo Gianni Vattimo, suo primo intervistatore). E tra gli inediti più importanti pubblicati nel volume compaiono il diario del 1958 dal Pakistan, scritto durante la marcia di avvicinamento al Gasherbrum IV, e quello della spedizione in Perù nel 1961, con la prima avventura sul Rio delle Amazzoni. Ovvero, le “prove generali” di quelli che poi diventeranno i suoi grandi reportage.
Un libro di notevole spessore e, contemporaneamente, un’anticipazione delle incredibili “scoperte” racchiuse nell’Archivio Walter Bonatti, oggi conservato al Museo Nazionale della Montagna.

fonte: Lo  Scarpone

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