L’esempio di Succiso: ecco come si salvano i borghi montani

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Oreste Torri (foto: tv2000.it)

Una passione che dura da venticinque anni che ha permesso la salvezza di un borgo, altrimenti abbandonato a se stesso e destinato al degrado ed allo spopolamento, è mossa dall’intenzione di tener in vita un luogo situato a mille metri nell’appennino tosco-emiliano.

Succiso è il borgo in questione, la “Valle dei cavalieri” è la cooperativa di 33 soci che ha organizzato un vero e proprio lavoro di gruppo per riorganizzare il borgo e mantenerlo in vita. Non da definirsi allora “fantasma” questo piccolo centro di soli 65 abitanti: il borgo è attivo più che mai perché i soci della cooperativa si attivano quotidianamente con la realizzazione di attività che permettono al borgo la sua sopravvivenza. Nel 1991 quando il paesello rischiava davvero un preoccupante spopolamento con la chiusura delle ultime botteghe, nove amici decisero a proprie spese ma anche con fondi regionali, provinciali e pure europei, di organizzare attività fruttuose come la produzione del pecorino (utilizzando un gregge di 240 pecore) o del pane.

“Sorgono su quindi prima un bar – come ci spiega il presidente della cooperativa Oreste Torri – poi un piccolo ristorante, un market per la spesa quotidiana e pian piano un agriturismo che ad oggi può ospitare circa quattordicimila visitatori l’anno”.

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I Cavalieri soci si attivano dunque per permettere agli abitanti del borgo in provincia di Reggio Emilia di restare nel loro paesello di origine facilitando persino il trasporto dei piccoli studenti alla scuola più vicina disponendo un pulmino guidato e gestito da uno dei soci. Ognuno con un mestiere tra le mani ed il borgo è salvo.

“Lo spopolamento – continua Torri – iniziò ad avvenire già negli anni ’50-’60 quando una frana causò problemi tali che i suoi milleduecento abitanti iniziarono a pensar di emigrare in centri più grossi. In 64 “sopravvissero” ma alla fine degli anni ottanta chiuse definitivamente pure l’ultima bottega. Il paesello non meritava però di essere dimenticato”. Oreste Torri lo dice col cuore: “Questo territorio appenninico (inserito nel parco nazionale tosco-emiliano) è un’eccellenza. Ed il forte senso di appartenenza e l’amore grandissimo per la propria terra, ci ha spinto in quest’avventura. Anche con la creazione di un turismo responsabile la salvezza di Succiso è stata più che garantita. Si rimane quindi e con piacevolezza: la cooperativa di comunità fattura oltre 600mila euro l’anno e coinvolge in questa lodevole iniziativa tutti gli abitanti di Succiso con fissi sette dipendenti annuali e dodici stagionali. Oltre alle botteghe di alimentari, un bar ed un ristorante, un agriturismo, una sala convegni sono stati recentemente realizzati un centro benessere ed un campo polivalente per le attività sportive. L’azienda agricola della cooperativa produce un’ottima ricotta reggiana e gestisce attualmente anche un utilissimo trasporto di provviste e medicine”.

Interessante ed istruttiva anche l’organizzazione di passeggiate in montagna e nei dintorni del borgo per insegnare ai più giovani, attraverso l’escursionismo estivo ed invernale, le potenzialità della montagna. La “Valle dei cavalieri” organizza scialpinismo (con maestri di sci nordico), attività di mountainbike, sci di fondo, pesca in torrente, equitazione ed in collaborazione con il parco nazionale dell’appennino tosco-emiliano si collabora per l’organizzazione di attività di educazione ambientale per bambini e ragazzi con guide alpine ed ambientali escursionistiche. Nella cooperativa sette sono i dipendenti. Succiso in estate si popola tanto, più che d’inverno quando il borgo si riempie specialmente nei week-end.

Silvia De Cristofaro

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