Messner: “Terremoto, lo Stato non investe in sicurezza”

L’alpinista ed esploratore interviene all’indomani del terremoto che ha colpito il Centro-Italia causando centinaia di vittime

ARCHIV: Extrembergsteiger Reinhold Messner posiert waehrend einer Rast vorm Ortlermassiv in der Naehe von Sulden in Suedtirol (Foto vom 02.08.11). Fuer Messner gibt es bei seiner Leidenschaft bestimmte Grenzen. Er habe einen sehr gut funktionierenden Selbsterhaltungstrieb, der ihm sage, "bis hierher und nicht weiter", sagte der 67-Jaehrige dem Magazin "Freundin Donna" laut einem Vorabbericht vom Dienstag (11.09.12). In solch einer Situation bekomme er Angst und kehre um. Seine groesste Leistung als Bergsteiger sei es, ueberlebt zu haben, sagte Messner weiter. (zu dapd-Text) Foto: Joern Haufe/dapd

Una tragedia. Di quelle che resteranno per sempre nella memoria storica di questo Paese martoriato da terremoto ed altri cataclismi naturali. L’alpinista ed esploratore reinhold Messner, all’indomani del sisma che ha colpito il centro Italia, ha rilasciato alcune dichiarazioni a LaPresse. E dice:

Rabbia e pena, perché nessuno si è scomodato a pensare che un terremoto poteva radere al suolo un intero paese. La gente di montagna non molla mai, ma vedendo il crollo delle case, vedendo anche la povertà con cui queste case sono state costruite, provo tanta rabbia. Perché lo Stato non ha investito sulla sicurezza, nessuno mai ha pensato di fare le case antisismiche in una zona in cui si sa che ci sono i terremoti. E’ gravissimo. E la gente mi fa una pena senza confini perché è stata lasciata in questa situazione. Questa tragedia è successa perché le case non erano costruite come dovevano. E questa è una colpa. La natura è severa, la natura c’è e distrugge. Ma noi possiamo fare in modo che non ci siano conseguenze così devastanti. E’ come in Nepal dove sono crollate diecimila case. Speriamo che adesso finalmente lo Stato si renda conto del pericolo, perché il Terremoto ritornerà, purtroppo. Lo Stato aiuti a costruire le case in modo che possano resistere alle scosse, in modo che la paura diminuisca. Io sono qui a casa che guardo quanto succede, non ho le competenze per andare sul posto, ma so che tanti soccorsi sono partiti. Tutta l’Italia aiuterà. Ma adesso veramente serve un’organizzazione che aiuti a costruire in modo giusto che in futuro questa paura, questo dolore non torni più. La gente di montagna è forte, ma non va lasciata sola.

fonte: lapresse

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