Pnalm, la magia della Val Fondillo

Nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nel Comune di Opi, sentieri tra sorgenti, torrenti, grotte magiche e vette fantastiche 

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La Val Fondillo è una valle del PNALM (Parco Nazionale Abruzzo Lazio Molise) nel territorio di Opi (AQ). Si trova lungo la strada statale Marsicana SS.83 e dista 7.5 Km da Villetta Barrea (AQ) e 8.6 KM da Pescasseroli (AQ). In una segheria utilizzata per la lavorazione del legno del faggio, ora c’è un servizio di accoglienza ed informazioni, oltre al bar e ristorante con parcheggio Da questo posto iniziano i sentieri del parco. Fondillo deriva da Fontilli, (piccole fonti) per via delle numerose fonti di acqua e sorgenti presenti e la loro particolarità è la relazione che hanno con le divinità pagane. Tutta questa acqua alimenta il torrente Fondillo, il principale affluente del fiume Sangro.

All’inizio della carrareccia che porta all’ex segheria, alla confluenza del torrente Fondillo con il fiume Sangro, la località denominata Prati San Rocco, è ricca di presenze archeologiche. Durante gli scavi effettuati dalla Soprintendenza, sono stati raccolti importanti informazioni che hanno contribuito a ricostruire il contesto ambientale dell’insediamento antico in questo luogo, iniziato intorno al VII secolo A.C., come una villa rurale romana e le lapidi.

Per l’escursione al Passo dell’Orso 1672 m, bisogna seguire la segnaletica F2. In lontananza si notano le cime innevate e la Serra delle Gravare. Il sentiero è lungo, ma immerso in un ambiente fiabesco con tante varietà di alberi. I faggi secolari superano i 40 metri. Una rarità che si trova solo in questa valle è il pino nero, che da studi potrebbe risalire al Terziario. Dai rami dei faggi sono appesi ciuffi che sembrano secchi. E’ la barba di bosco, un lichene tipico di questo ambiente. Si incontrano subito due sorgenti, la sorgente Padura e la sorgente Tornareccia dedicata alla Luna, al bivio del sentiero che porta a Monte Amaro di Opi, 1862 m. Sul prato ci sono due caverne naturali, le Grotte Fondillo, certamente utilizzate dai pastori.

Da questo punto la valle si apre ad anfiteatro, racchiusa fra il Monte Amaro di Opi e la Serra delle Gravare che segna il confine fra l’Abruzzo ed il Lazio. Il sentiero ha poco dislivello ed ogni tanto si incontra una copiosa cascata che alimenta il torrente Fondillo. L’acqua è trasparente ed è piacevole ascoltare il rumore del torrente. Fra le insenature, i salti, i vortici, i tratti pianeggianti dove l’acqua è quasi stagnante, non ci si annoia a fotografare ed ammirare. Proseguiamo io e l’amico Lelio, questa volta sono in compagnia, ed arriviamo al rifugio Acquasfranatara 1220 m, con un’area attrezzata di tavoli e panche. Vicino al rifugio c’è la sorgente Acquasfranatara costruita a due livelli per permettere agli animali grandi e piccoli di abbeverarsi. Nascosto nella faggeta ci sono i ruderi di un fortino dei briganti realizzato dai soldati piemontesi dopo l’unità d’Italia per contrastare il brigantaggio. Il bosco pur senza foglie, offre una visione profonda, ancora più spettrale e cambia di colore continuamente. Il fruscio delle foglie prodotto dagli scarponi ci assicura un ritmo rilassante. La Grotta delle Fate è vicina, ancora una cascata ed arriviamo al segnale che ci indica un sentiero in discesa.

 

La Grotta delle Fate si trova a 1316 m, ha la forma di una mezzaluna, è bassa e qui sgorga una sorgente, la principale, la più copiosa, che alimenta il torrente Fondillo. L’acqua limpidissima e potabile, ha creato questa cavità con la sua erosione. La sorgente sotterranea è collegata ad un canale ascensionale a forma di sifone, che per l’energia gravitazionale, risucchia il liquido, riempie la cavità della caverna e scorre verso il torrente. Ci sono dei mulinelli e nel silenzio si ascoltano dei rumori, ti rendi conto che ti trovi in un ambiente che giustifica il nome… “fata, divinità”. Viene voglia di restare, fermarsi, essere sedotti dalle fate, meditare, allontanarsi dalla vita caotica…, ma bisogna raggiungere il Passo dell’Orso 1672 m. Ora il sentiero diventa impegnativo, ripidi strappi e verso i 1400 m inizia la neve. Non calziamo le ciaspole perché la neve era ottima, non si affondava, nuovamente l’ambiente cambia immagine ed ecco nitide, le orme di un lupo e di una povera volpe. Si vede che erano passate da poco, tracce umane nessuna. Il Passo dell’Orso è stato sempre un accesso molto importante per i montanari. In passato anche i briganti lo hanno utilizzato per rapinarli quando andavano a rifornirsi verso le città ricche.  Il Passo dell’Orso oggi è ugualmente utile all’escursionista per raggiungere i Tre Confini, la Val Canneto ed il rifugio di Forca Resuni 1952 m. Un rapido riposo e nuovamente in cammino per tornare al centro visita. La discesa è stata fatta con prudenza sia per la neve che per le foglie marce e scivolose. Il tramonto del sole ha regalato un’altra cartolina con nuove tonalità di colori che hanno abbellito l’ambiente.

 

Partenza                         Val Fondillo OPI AQ, centro visita antica segheria 1084 m

Arrivo                              Passo dell’Orso 1672 m

Segnaletica sentiero   F2.

Tempo percorrenza    6 ore A/R

Difficoltà                        E/EE

Dislivello                       600 m

Distanza                        20 KM

 

Le Avventure dei Lettori >>> Luciano Pellegrini

 

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