Polemiche sui Sibillini off-limits per i bikers

Il Parco adotta le misure di conservazione dei Siti Natura 2000 e le associazioni di settore dicono no e stanno preparando le osservazioni prima dell’approvazione in Regione

mtb sibillini

foto: sibillini-mtb.it

 

Sibillini off-limits ai bikers? Beh, si è alzato un bel polverone, a destare preoccupazione sono le misure di conservazione dei “Siti Natura 2000” adottate dal Parco. Riguardano i mountain bikers, ma non solo. Infatti nel documento si fissano limitazioni alle attività sportive e turistico ricreative come ad esempio il campeggio, il quale è consentito soltanto nelle zone individuate dal Parco, mentre all’interno della zona A (in pratica le alte quote) sarà vietato campeggiare. Non solo. Basta anche al sorvolo di veicoli non a motore (deltaplani, alianti, parapendio). Dal 2018 sempre la zona A dovrebbe essere vietata anche il pascolo degli animali (con alcuni via libera).

Ma torniamo ai bikers. Ebbene, questi potrebbero transitare solo lungo le strade larghe almeno due metri e dire addio per sempre ai sentieri. Chi non rispetta il divieto, rischia una multa da 100 a mille euro.

Ed è scattata subito la protesta. Si sta organizzando una raccolta di firme e ci si è già mossi per presentare delle osservazioni, secondo i termini di legge (dal 24 aprile al 24 maggio) prima che tutto sia inviato alla giunta regionale per l’approvazione definitiva.

Sulla questione nei giorni scorsi è intervenuto il gruppo Sibillini Mtb: «Non vorremmo che il probabile divieto all’accesso e transito delle mtb nella zona A del Parco dei Sibillini nasca da ignoranza e pregiudizio. Speriamo che sia stata fatta un’attenta analisi sui problemi che possono arrecare i bikers in quei contesti e se così è, sarebbe gradito venirne a conoscenza. Di certo non ne dovrebbero avere i camosci, già tutelati nella zona del Monte Bove da due ordinanze, una di carattere generale ad opera del Parco, un’altra specifica per le mtb ad opera del sindaco di Ussita; nemmeno, crediamo, il suolo: l’erosione dei sentieri (zone erose per definizione) è nettamente inferiore per le biciclette».

E questo è ciò che dice Mtb Cai: “Questo divieto non motivato e non basato su alcuno studio scientifico condiviso, è da rigettare perché limita il libero accesso solo ai ciclo-escursionisti. Ricordiamo che il cicloescursionismo in MTB se praticato con prudenza e consapevolezza è una pratica di escursionismo equiparabile a quello pedonale”.

 

Qui l’invito a far sentire la propria voce.

“Copia ed incolla il seguente messaggio ed invialo al Parco dei Monti Sibillini via mail (parco@sibillini.net), PEC (parcosibillini@emarche.it) e facebook:

 

Spett. Dott. Perco,

Le scrivo in seguito alla pubblicazione delle “ Misure di conservazione generali e regolamentari” dei Siti Natura 2000 ed ai divieti di accesso alle MTB riportati nell’art. 4 comma 6.

Ritengo che tali restrizioni che riguardano le sole MTB vadano rimosse/non attuate dal momento che non sono giustificate da nessuno studio scientifico e sono quindi discriminatorie nei confronti dei ciclisti che vogliono fruire in modo responsabile delle bellezze del Parco.

Rimando alla lettera IMBA Italia (http://bit.ly/MTBMontiSibillini) ed agli studi in essa citati che dimostrano come la pratica della MTB sia compatibile con le aree protette.

 

Cordiali saluti,

Nome Cognome

 

Considerate le polemiche innescatesi, è intervenuto il Parco. Dall’ufficio stampa dicono: “Il provvedimento ha suscitato una serie di reazioni ed interpretazioni, anche contrastanti, per cui si ritiene opportuno fornire alcuni chiarimenti. L’adozione delle misure è obbligatoria in attuazione della direttiva comunitaria “habitat”, e a causa del ritardo nell’adozione, l’Italia (e non il Parco) è sotto procedura di infrazione da parte della CE. Le misure di conservazione adottate dal Parco riguardano soprattutto le attività agro-silvo-pastorali e turistico – ricreative e tengono conto di moltissimi studi e valutazioni effettuati nel corso degli anni, nonché del Piano del Parco. A tal proposito va smentita l’osservazione del Sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, che definisce “inesistente” il Piano del Parco. Anche se l’iter di approvazione non è completato, il piano è stato infatti già approvato dal Consiglio Direttivo del Parco e adottato dalle Regioni Marche e Umbria (il Piano è consultabile nel sito web del Parco). Tornando alle misure di conservazione va precisato che esse ricomprendono, anche in un’ottica di semplificazione norme già vigenti, come ad esempio la regolamentazione del campeggio. Solo in pochi casi si è reso necessario integrare le norme con misure specifiche, per gestire fenomeni in crescita, come l’aumento della frequentazione con mountain bike di aree di particolare fragilità ambientale, che presentano tra l’altro rischi oggettivi per la sicurezza dei fruitori. Va ben chiarito che la limitazione della fruizione con mountain bike interessa sostanzialmente sentieri che raggiungono le creste più impervie dei Sibillini, come il M. Priora, il M. Vettore, il M. Sibilla e il M. Bove, e siti molto delicati, come il lago di Pilato e le Lame Rosse. La frequentazione di questi siti con le mountain bike è in costante aumento, nonostante le strategie di fruizione del Parco mirino a disincentivare flussi consistenti in tali aree. Al fine di prevenire il rischio di una diffusione incontrollata di mountain bike nei siti sensibili e contenere i possibili fenomeni erosivi conseguenti, le misure di conservazione hanno previsto il divieto di transito con questi mezzi nella sola zona A di “riserva integrale”. Anche in zona A, comunque, è possibile transitare su strade sterrate d’alta quota, come quelle del Fargno, di Passo cattivo e della Sibilla. Si tratta, quindi, di una restrizione limitata a poche aree, e necessaria per la salvaguardia di habitat molto sensibili, come le fragili praterie di alta quota e specie di interesse comunitario, come il camoscio appenninico.

Va invece sottolineato che il Parco incentiva e favorisce una fruizione responsabile e sostenibile del territorio, come dimostra il sistema di fruizione che vede realizzata una rete di 386 km di sentieri da percorrere a piedi e di ben 423 km di percorsi per mountain bike, tutti provvisti di segnaletica e sui quali viene effettuata manutenzione.

Un ulteriore chiarimento merita la tempistica dell’entrata in vigore delle norme adottate. Le misure sono state pubblicate sul Bur Marche e Umbria e sul sito istituzionale del Parco per la fase di consultazione che prevede un tempo di 30 giorni per presentare eventuali osservazioni. Solo al termine di tale procedura si avrà la definitiva approvazione regionale.

Nell’ottica di partecipazione ai processi decisionali che il Parco adottata, si intende promuovere l’incontro con i portatori di interesse al fine anche di valutare eventuali modifiche migliorative delle misure”.

 

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