Serve più cultura e meno leggi e divieti in montagna

Questo il messaggio lanciato dal Cai alla Tavola rotonda“Mountain Freedom vs Risk: a Discussion without Peak” del pomeriggio di ieri a Bressanone, organizzata nell’ambito dell’International Mountain Summit

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Il Club alpino italiano deve continuare a ricoprire il proprio ruolo nel veicolare la consapevolezza dei rischi e la autoresponsabilità nei confronti degli alpinisti, dei frequentatori dell’ambiente montano, senza che si ricorra a eccessive leggi e divieti. E deve sensibilizzare anche chi pratica le nuove attività nelle Terre alte generate dai rapidi cambiamenti della società odierna e pervase da un crescente spirito commerciale. Tutto questo senza intaccare la libertà fondamentale di ognuno di andare in montagna.

Questo il messaggio uscito, per quanto riguarda il Sodalizio, dalla Tavola rotonda“Mountain Freedom vs Risk: a Discussion without Peak” del pomeriggio di venerdì 16 ottobre 2015 a Bressanone, organizzata nell’ambito dell’International Mountain Summit e moderata dal Presidente della Commissione centrale medica del CAI Luigi Festi.

Il Vicepresidente generale del CAI Erminio Quartiani ha ricordato l’inutilità di una regolamentazione della frequentazione della montagna da parte della politica attraverso leggi e divieti. “La frequentazione non va regolamentata, bensì accompagnata, cosa che il CAI fa tutti i giorni con i corsi e l’attività delle Sezioni sul territorio. Lavoriamo per accompagnare le persone in montagna con coscienza e responsabilità. Questo non per allontanarle ma per trasmettere loro la consapevolezza necessaria per frequentare le Terre alte”.

 

I rappresentanti del CAI intervenuti hanno sottolineato la necessità del CAI di continuare a essere il motore della trasmissione della cultura della montagna, aprendosi costantemente alla società e ai suoi cambiamenti. Fondamentale in primis il coraggio della rinuncia, la montagna non va affrontata a tutti i costi, se i rischi sono eccessivamente alti.

E’ stato ricordato come la frequentazione consapevole dell’ambiente montano rientri nella mission del CAI. Una dimensione culturale ed etica che può trasferirsi anche in altri ambiti della società: le persone consapevoli del rischio e del limite dell’andar per monti probabilmente hanno un atteggiamento responsabile negli altri ambiti del vivere sociale.

Per quanto riguarda il Club alpino italiano a Bressanone sono intervenuti, oltre a Quartiani e Festi, il Past President Annibale Salsa, il Past President CAI e Presidente del Trento Film Festival Roberto De Martin, il Consigliere centrale e Presidente dell’Unione bergamasca Sezioni e Sottosezioni CAI Paolo Valoti e il Direttore di Montagne360 Luca Calzolari.

 

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