Sibillini, uccisa la lupa Selena. Scovato il “cimitero” del bracconiere

La Forestale ha scoperto un sito con carcasse di numerosi animali ed attrezzato per il bracconaggio. Arrestato il presunto colpevole, aveva anche numerose armi irregolari

lupoLa lupa Selana, a cui il Parco Nazionale dei Monti Sibillini aveva applicato un collare satellitare lo scorso 21 dicembre, è scomparsa durante la notte del 19 gennaio, probabilmente uccisa da un bracconiere. La notizia è rimasta finora riservata per consentire le indagini da parte del CFS, che lo scorso 5 febbraio hanno condotto all’arresto di un presunto bracconiere in una frazione di Pievetorina.

La lupa, un individuo di un anno e mezzo di età, era stata catturata e rilasciata subito dopo l’applicazione del collare, nel territorio di Visso, in attuazione del progetto wolfnet2.0, finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Le localizzazioni tramite gps avevano consentito ai tecnici del Parco di seguire costantemente gli spostamenti e l’attività dell’animale, raccogliendo dati e preziose informazioni sulle sue abitudini, utili anche a prevenire danni alla zootecnia. Tra l’altro, i dati avevano mostrato che la lupa faceva parte dello stesso gruppo famigliare di Nahar, l’altro lupo (un maschio) collarato dal Parco il 26 novembre.

Il monitoraggio effettuato anche mediante foto e videotrappole aveva inoltre svelato che il gruppo era formato da quattro lupi. La notte del 19 gennaio, però, la trasmissione dei dati gps si interrompeva; inutile anche la ricerca dell’animale tramite ricevitore radio, mentre le immagini raccolte dalle fototrappole nei giorni successivi mostravano che Selana non c’era più: una serie di circostanze che, purtroppo, indicavano come, con ogni probabilità, la lupa fosse stata uccisa e il collare distrutto. Subito venivano quindi avviate le indagini da parte del coordinamento di Visso del Corpo Forestale dello Stato che, grazie ai dati del collare, hanno condotto alla macabra scoperta di un sito – in località Vari, nel Comune di Pieve Torina – disseminato di carcasse di animali ed attrezzato per la caccia di frodo, giungendo all’arresto, avvenuto il 5 febbraio, del presunto responsabile degli atti di bracconaggio, al quale sono state tra l’altro sequestrate molte armi irregolari.

 

Questa triste vicenda dimostra l’importanza del monitoraggio faunistico effettuato con gli strumenti più sofisticati; la scomparsa della lupa Selana, infatti, ha consentito di realizzare una importantissima operazione anti-bracconaggio, salvando innumerevoli animali, anche protetti, e sventando inoltre una reale minaccia per la sicurezza e la sanità pubblica.

A seguito del provvedimento di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata nei confronti dell’indagato sono stati rinvenuti nei pressi dell’appostamento di caccia bossoli di cartucce, reti per uccellagione e lacci in corda di acciaio per la cattura di cinghiali, come pure una carcassa di ovino utilizzata probabilmente come esca per gli animali carnivori. Con la collaborazione dei Vigili del Fuoco di Macerata sono stati anche effettuati sondaggi sul terreno dissotterrando carcasse di volpi, ovini e cani, che sono state avviate all’Istituto Zooprofilattico per le Marche e l’Umbria per gli opportuni accertamenti sanitari. Dalla perquisizione dell’abitazione, oltre al rinvenimento di mezzi non consentiti per la caccia, sono emerse alcune irregolarità nella detenzione delle armi e del munizionamento che hanno comportato l’arresto in flagranza dell’indagato, poi ristretto ai domiciliari. L’uomo deteneva circa 40 fucili, di cui alcuni non denunciati ed altri senza matricola.

 

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