Tartufo ormai coltivabile, proposta di legge per includerlo nei prodotti agricoli

tartufo bianco
Tartufo record trovato qualche mese fa in Italia

Da un bel po’ di tempo ormai il tartufo, si sa, lo si coltiva. Le tartufaie stanno nascendo un po’ dappertutto sul territorio nazionale. E’ un processo difficile, lento, ma che sta portando a buoni frutti. Ebbene, nei giorni scorsi la senatrice Pd Camilla Fabbri ha presentato al Senato un disegno di legge per includere il tartufo nell’inquadramento merceologico e fiscale dei prodotti agricoli. Il concetto è questo: il tartufo è ormai un prodotto coltivabile ma ad oggi non rientra nell’elenco dei prodotti agricoli con tutti gli effetti giuridici e fiscali conseguenti. Un vuoto legislativo che secondo la senatrice deve essere colmato al più presto perché questo comporterebbe, a suo dire, una progressiva perdita di competitività del tartufo italiano nel mondo. “In Francia, Spagna e Croazia – afferma – dove vigono normative più favorevoli, che considerano il tartufo un prodotto agricolo con aliquote Iva dal 4 al 5,5 per cento, le merci hanno guadagnato quote sui mercati di consumo internazionali minacciando prima e scalzando poi il primato, una volta indiscusso, del prodotto italiano. Tale situazione – aggiunge – ha danneggiato e continua a danneggiare le diverse imprese della intera filiera del tartufo nostrano. Un settore che, al contrario, dovrebbe e potrebbe essere strategico per diverse aree del Paese”.

Annamaria Marinelli
a.marinelli@mountlive.com

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