Week-end di sangue in montagna. Due morti sulle Dolomiti e diversi feriti

Le vittime su Monte Paterno non distante dalle Tre Cime di Lavaredo e sul Sass d’Ortiga nel gruppo delle Pale di San Martino

soccorso alpino

 

Week-end si sangue in montagna. Due i morti e diversi i feriti sull’arco alpino. Gli incidenti mortali si sono registrati sulle Dolomiti.

 

Su monte Paterno (2.746 mt), montagna al confine tra l’Alto Adige e la provincia di Belluno (Dolomiti di Sesto), la prima vittima. Un alpinista di mezza età è precipitato durante la fase di rientro da una escursione a quota 2400 metri. Faceva parte di una comitiva di 17 alpinisti che aveva pernottato al rifugio Locatelli ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. L’incidente si è verificato lungo la ferrata prima di arrivare al sentiero in galleria. La vittima, un architetto, è precipitata per una trentina di metri nel vuoto lungo la parete a strapiombo. L’uomo è morto sul colpo. Inutili i soccorsi, gli uomini del soccorso alpino hanno recuperato la salma.

 

Altro incidente mortale sul Sass d’Ortiga. Un alpinista trevigiano è precipitato nel Gruppo delle Pale di San Martino, Dolomiti trentine occidentali. L’incidente è avvenuto a pochi metri dalla cima. Il 64enne, in salita, ha perso l’appiglio ed è caduto nel vuoto. Il compagno d’escursione ha dato l’allarme. Gli uomini del soccorso alpino di Belluno con l’ausilio dell’elicottero di Pieve di Cadore hanno recuperato il morto e messo in salvo l’amico, ancora sotto choc.

 

Mentre scendeva da Cima Portule con alcuni amici, attorno alle 15 un escursionista di Vicenza, P.S., 50 anni, ha iniziato ad accusare crampi alle gambe. Si è fermato per riposarsi, ma ad ogni tentativo di rimettersi in cammino, il malore si ripresentava, così, preoccupato, verso le 17.30 ha contattato il 118, che ha inviato il Soccorso alpino di Asiago. Una squadra di 4 soccorritori ha raggiunto Bocchette Portule in jeep, per poi proseguire a piedi per un quarto d’ora. Raggiunto, l’uomo è stato caricato in barella, per poi essere trasportato fino al fuoristrada e da lì all’ambulanza diretta all’ospedale di Asiago per i controlli del caso.

Seconda di cordata, un’alpinista padovana, C.C., 27 anni, di Piazzola sul Brenta, perso l’appiglio ha fatto un pendolo con la corda e ha sbattuto contro la roccia, a due tiri dall’uscita della via Gaudeamus. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha recuperato la ragazza con un verricello di 20 metri e successivamente anche il compagno, fermo più in alto. La rocciatrice è stata trasportata all’ospedale di Cortina con un lieve trauma al ginocchio.

Altro intervento di soccorso per una ragazza caduta mentre percorreva la ferrata lungo la corna Trentapassi, nella zona dell’Alto Lago d’Iseo. Allertata la V Delegazione Bresciana del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico); in base pronti a partire otto tecnici della Stazione di Breno, per un eventuale supporto all’eliambulanza, partita da Sondrio. L’intervento delle squadre territoriali non è stato necessario perché la giovane è stata recuperata per mezzo del verricello dal tecnico di elisoccorso del CNSAS, sempre a bordo con l’équipe medica, e trasportata in ospedale. Le altre persone che erano con lei sono scese in modo autonomo.

 

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