Reinhold Messner il 20 agosto 1980 risale l’Everest da solo senza ossigeno

Reinhold Messner con quell'impresa zittisce tutti: nel 1978 il Re degli Ottomila sale l'Everest senza ossigeno, con Habeler, diventando uno degli alpinisti più famosi del mondo. La scalata dell'Everest senza l'ausilio di bombole di ossigeno era considerata fino ad allora impossibile per l'uomo, tanto che Messner e Habeler vennero accusati di aver utilizzato di nascosto delle mini-bombole. Due anni dopo ci risale, da solo

20 agosto 1980: una data importante per Messner e per l’alpinismo mondiale. Messner sale in solitaria sull’Everest. Nel 1978 il re degli Ottomila sale l’Everest senza ossigeno, con Habeler, ma la scalata dell’Everest senza l’ausilio di bombole di ossigeno era considerata fino ad allora impossibile per l’uomo, tanto che Messner e Habeler vennero accusati di aver utilizzato di nascosto delle mini-bombole.

La salita

Messner non ci sta. E nel 1980 mette a tacere le polemiche quando il 20 agosto raggiunge di nuovo la vetta dell’Everest senza l’ausilio di ossigeno, salendo dal versante nord e in solitaria. Durante l’ascesa deve anche affrontare la caduta in un crepaccio. Una continua agonia scriverà, in seguito, una prova fisica mai prima affrontata.

Messner parte verso la metà di giugno. Insieme a lui la compagna Nena Holguin, fotografa canadese che lo salirà con Messner sino al campo avanzato.

Il tentativo alla vetta parte il 17 agosto, sale al Colle Nord e il mattino seguente salendo ancora cade in un crepaccio per otto metri. La sua caduta si ferma su un terrazzino. Riesce a risalire. E riparte. Verso l’alto. Sempre da solo.

Il 18 agosto fa campo a 7800 mt circa. Continua a salire e il giorno dopo si ferma a 8200 metri.

Il mattino seguente è ancora lì a salire, più leggero. Porta con sé l’indispensabile. Il resto lo lascia nella tenda. Sale il Canalone Norton e da lì, con fatiche immani e una straziante solitudine, arriva in vetta. Una vetta che conosceva, come detto, due anni prima.

Messner scatta qualche foto. E poi, è pomeriggio, inizia a scendere. Ed è quasi buio quando arriva alla tenda. Chiude gli occhi e, stremato, prende sonno. Il mattino seguente si rimette in marcia, meta Colle Nord e quindi al campo avanzato dove ad attnederlo c’è la compagna.

E non finisce qua per Reinhold Messner

Dopo il 1980, Messner continua a conquistare numerose vette dell’Himalaya, spesso aprendo nuovi percorsi, o tentando per primo l’ascesa in inverno, sempre proponendo un approccio all’alpinismo basato sul suo stile di arrampicata leggera.

 

leggi anche Messner: La montagna è diventata cronometro e follower

 

Nel 1986 diviene il primo uomo ad aver conquistato tutti i quattordici ottomila (salendo anche alcune cime più di una volta).
Nel dicembre dello stesso anno con il raggiungimento della vetta del Monte Vinson completa l’ascesa delle Seven Summits.

 

2 Commenti

  1. Come ha provato Messner di non aver usato alcuna bombola di ossigeno per zittire le persone che lo avevano accusato di avere usato le bombole nel ’78?

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