Cavendish Road, passi nella storia

L'itinerario segue la strada militare della II Guerra Mondiale utilizzata dagli alleati per sferrare l'attacco alle postazioni tedesche su Montecassino

Percorrere la Cavendish Road (o Strafa dei Genieri Polacchi) è un colpo al cuore, è un’emozione forte ripercorrere i passi di quei soldati che diedero la vita nella battaglia di Montecassino.
Ci troviamo nel basso Lazio, nella parte nord di Monte Cassino, l’Abbazia di San Benedetto. La mulattiera collega la frazione di Caira con l’altopiano di Masseria Albaneta, teatro degli scontri che prima era conosciuta solo dagli abitanti della zona. Nel 1944 questa divenne una delle vie di comunicazione più importanti.
Il tracciato odierno sale tra sentierini e mulattiera, sul percorso si incontrano pannelli informativi. Il sentiero parte dalla località Fonnene della frazione di Caira di Cassino (si può partire anche dall’abitato allungando a/r un paio di km). L’itinerario lo si copre in circa 4/5 ore. Attenzione dopo le piogge, il fondo in parte del tracciato è scivoloso.

La Cavendish Road

La Cavendisch Road era appunto la strada militare utilizzata dagli alleati per approvvigionare le loro posizioni poste sulle colline nel tentativo di sferrare l’attacco alle postazioni difensive tedesche.
Si sale dal Vallone del Dente e si giunge in località Valle di Pozzo Alvito e poi prosegue fino alla sella dove è oggi presente un carro armato americano sherman, divenuto monumento dai soldati polacchi subito dopo la guerra (il mezzo fu tragicamente bloccato da un fascio di mine). Da qui o si scende verso il pianoro dove sono presenti i resti della masseria Albaneta (bellissima la vista sulla sottostante Valle del Liri e sui Monti Aurunci) oppure si svolta a sinistra salendo sulle pendici della collina passando per la Casa del Dottore. Da qui si continua giungendo al monumento-obelisco dei soldati polacchi a quella che è chiamata Quota 593 (Monte Calvario) e, tornando sui propri passi, sino al Cimitero Polacco e al museo.

 

Il destino dei soldati polacchi

Una storia tragica, triste, eroica questa dei soldati polacchi, giunti in Italia dai gulag russi e da un lungo peregrinare dall’Europa orientale. Diedero la vita in Italia, non solo a Montecassino. Molti di loro non potettero tornare in patria col timore di rivedere un gulag, in molti espatriarono in Inghilterra, America, Canada. Lo stesso generale Anders visse da esiliato a Londra e poi volle essere tumulato accanto ai suoi soldati a Montecassino.

Sino all’Abbazia di Montecassino

L’escursione, comunque, può non terminare al Cimitero Polacco, ma da qui con un’altra piccola salita si giunge all’abbazia benedettina di Montecassino. Sorge a 516 metri. Nel febbraio del 1944, durante la seconda fase della battaglia di Cassino, un bombardamento massiccio delle forze alleate, che vi sospettavano erroneamente la presenza di reparti tedeschi, lo distrusse. Il bombardamento cominciò la mattina del 15 febbraio e ben 142 bombardieri pesanti e 114 bombardieri medi rasero al suolo l’abbazia. Nel corso di questo trovarono la morte numerosi civili che avevano cercato rifugio all’interno dell’edificio.
La ricostruzione, incominciata subito dopo la fine della guerra, ha mirato a una riproduzione esatta delle architetture distrutte.
Per il ritorno dal cimitero polacco si fare un anello che porta alla masseria Albaneta o alla Casa del Dottore, in base al percorso fatto all’andata.

 


Percorso: a/r circa 13,50 km, d+ circa 650 mt (cai 801)


 

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