Emil Solleder, sua la prima salita di VI grado sulle Alpi

Il forte alpinista tedesco, classe 1899, aveva uno spirito libero, avventuroso e romantico. La salita diretta sull’imponente parete Nord-Ovest del Civetta resta una pietra miliare dell’alpinismo. Morì il 27 luglio, cadendo dalla Meije

Emil Solleder, classe 1899, fu uno dei più grandi alpinisti dell’epoca. Tedesco (nato a Monaco di Baviera), cresciuto in una famiglia di umili origini, partecipò ancora giovanissimo alla Prima guerra mondiale nelle file dell’esercito tedesco. La sua breve vita fu alquanto avventurosa, si recò anche in Alaska come cercatore d’oro. Si adattò a qualsiasi tipo di lavoro in America, dal facchino al minatore. Ma aveva la montagna nel sangue. Lavorò prima come rifugista nelle montagne di Kitzbühel e poi, nel 1925 divenne guida alpina. In poco tempo divenne uno tra i più forti e famosi alpinisti al mondo, esponente di spicco della “scuola alpinistica di Monaco” e figura fondamentale di quella che diverrà “l’epopea del sesto grado”. Amava le Alpi orientali e qui dette il meglio di sè. Sulle Dolomiti. Alcune sue vie sono rimaste nella storia. Incarnava alla perfezione l’alpinismo tedesco dell’epoca: romantico, avventuroso, solitario, individualista. Morì il 27 luglio del 1931, cadendo dalla Meije mentre scendeva in corda doppia con un cliente, rimasto illeso. È sepolto nel territorio comunale di Sankt Anton am Arlberg.

Emil Solleder, tre salite

  • il 1º agosto 1925, insieme al compagno Fritz Wiessner, salì la parete Nord della Furchetta, sulle Odle (V e VI)
  • il 7 agosto 1925, con il compagno Gustav Lettenbauer salì per la prima volta con una via “a goccia d’acqua” la parete Nord-Ovest del Civetta (VI)
  • il 6 settembre 1926, con il compagno Franz Kummer, salì la parete Est del Sass Maor, sulle Pale di San Martino (V+).

Sul Civetta

La salita diretta sull’imponente parete Nord-Ovest del Civetta, in particolare, resta una pietra miliare dell’alpinismo. La via Solleder-Lettenbauer, chiamata a volte semplicemente via Solleder, per l’impegno complessivo viene considerata infatti la prima via di VI grado al mondo, anche se quelle difficoltà erano già state affrontate in qualche sporadico passaggio da altri alpinisti in precedenti ascensioni (per esempio dalla cordata svizzera Simon-Rossi sulla parete Nord del Pelmo nel 1924 e da Rossi e Wiessner sulla parete sud-est della Fleischbank nel 1925).

Per salire la parete del Civetta, alta più di 1.000 m, Emil Solleder impiegò la tecnica dell’arrampicata artificiale, usò dodici chiodi e piantò nella fessura iniziale un cuneo di legno, il primo della storia dell’alpinismo moderno, e venne considerata la prima ascensione di VI grado delle Alpi. Una salita da Alpi occidentali più che Dolomitica, esposta a nord, soggetta a continue scariche di pietre, passaggi su rocce bagnate…

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