Gasherbrum IV, Barmasse e Göttler cambiano via. Si sale dalla Est

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AGGIORNAMENTO 19 LUGLIO ORE 18,20

Barmasse e Gottler cambiano strategia. Cambiano via. Lo coumunica il valdostano oggi pomeriggio sulla sua pagina Facebook:

Acclimatamento finito. Abbiamo dormito a 7100 metri circa dopo solo 10 giorni. Unico problema non siamo mai riusciti a vedere le condizioni della via che vogliamo aprire sulla parete Est. Con gli spagnoli abbiamo deciso di non darci noia e abbiamo lasciato a loro 4 il pilastro e cresta sud ovest.

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Domani ci muoveremo dal campo base verso l’alto per completare il nostro acclimatamento. L’idea è quella di dormire due notti tra 6000 e 7100 metri. Poi riposeremo e se il meteo lo permetterà proveremo a salire il Gasherbrum IV.

Quindi ci siamo. L’ultimo post di Hervé Barmasse sulla sua pagina Facebook è datato 15 luglio. Quindi, in queste ore il valdostano e David Goettler potrebbero tentare la vetta del Gasherbrum IV. Se il meteo lo permette.

Gasherbrum IV, l’altra montagna degli italiani in Karakorum che, seppure più piccola del K2 (alta “solo” 7925 metri), risulta essere tecnicamente più interessante della seconda cima più alta del mondo. L’idea dei due alpinisti è quella di salire una via nuova…

Ecco la spedizione di Barmasse

Obiettivo Zero. Cioè Zero rifiuti abbandonati sulla montagna e Zero impatto ambientale. Per sfidare la parete Sud Ovest – ancora inviolata – del Gasherbrum IV (7.925 m), una delle montagne più belle e complicate del Karakorum, Hervé Barmasse e il tedesco David Göttler hanno scelto la strada più difficile: la scalata “green”, in puro stile alpino, quindi in completa autonomia. No corde fisse, niente ossigeno, nessun portatore. Salita solo quattro volte e da tempo considerata molto più ostica del K2, la “Montagna scintillante”, venne scalata esattamente 60 anni fa. A ispirare i due alpinisti, entrambi atleti del Team The North Face, è stata proprio quell’impresa, realizzata il 6 agosto 1958 da Walter Bonatti e Carlo Mauri durante la spedizione italiana capitanata da Riccardo Cassin. Tre nomi da leggenda della montagna per un exploit straordinario che ha fatto la storia. “Si può dire che andremo sulle tracce di Bonatti, il grande esploratore, utilizzando l’evoluzione dello stile introdotta da Reinhold Messner in alta quota”, spiega Barmasse, guida alpina valdostana che, sempre insieme al bavarese Göttler, riuscì lo scorso anno nell’impresa di salire, anche in quel caso in puro stile alpino, la parete Sud dello Shisha Pangma (8.027 m) in appena 13 ore. “Sono felice di tornare in Karakorum e in Pakistan. Sono legato a quelle terre da quando, nel 2004, feci la mia prima esperienza esplorativa in una valle remota nella regione di Gigit-Baltistan. E poi, in genere, il Karakorum mi ha sempre regalato esperienze positive, sia alpinistiche che umane. Di certo salire la parete Sud Ovest del Gasherbrum IV non sarà facile. Ci hanno tentato altri alpinisti che considero capaci, intelligenti e molto forti. Ma con David ci siamo allenati bene e speriamo di avere la nostra occasione. Lo stile sarà quello pulito, lo stile alpino. Perché il come facciamo le cose è più importante della cima che vogliamo raggiungere”. Quella di Bonatti e Mauri non è però l’unica salita al GIV che ha influenzato la scelta (la montagna e lo stile da utilizzare) di Barmasse e Göttler: nel 1985, infatti, il polacco Wojciech Kurtyka e l’austriaco Robert Schauer attaccarono la parete Ovest senza aiuti esterni e si fermarono solo a 25 metri di dislivello dalla cresta sommitale a causa dei numerosi problemi perché, senza mangiare e bere negli ultimi giorni di scalata da quota 7000 a quota 7900, iniziarono a soffrire di allucinazioni e perdita completa dell’orientamento.
Barmasse e Göttler stimano che, per raggiungere la base della montagna, acclimatarsi scalando altre cime e scalare la parete, serviranno loro rispettivamente 7, 23 e 4 giorni. Poi, ultimo ma non ultimo, il capitolo sui materiali: saranno sufficienti 12 kg, cioè un quinto rispetto a quelli necessari per una salita simile in stile himalayano. Che richiederebbe tremila metri di corde mentre i due alpinisti ne useranno solo 60. Anche per questo l’impegno fisico e mentale previsto per una scalata in stile alpino, se paragonata alla stessa affrontata in stile himalayano, sarà superiore.

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