Il mondo dell’Alpinismo vicino ai terremotati del Nepal

Questo il tema del festival “Tra le rocce e il cielo” in programma in Vallarsa dal 20 al 23 agosto. Prteciperanno, tra gli altri, Kurt Diemberger, Mario Corradini, Omar Oprandi, Luciano Rocchetti

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Il 25 aprile 2015 un terremoto scuoteva il Nepal, uccidendo più di 9000 persone, ferendone 23.000 e producendo più di 400.000 sfollati. Patrimoni UNESCO sono stati danneggiati o distrutti, in alcuni casi in modo irreparabile. Molti raccolti andranno perduti nei prossimi mesi, e tutto questo porterà a perdite incalcolabili anche nel lungo periodo.

Questi eventi spingono ad una riflessione sulla montagna non solo come via di elevazione, sfida e rispetto per la natura: la montagna e l’alpinismo devono diventare anche il luogo della solidarietà e della ricostruzione, del rispetto per le popolazioni locali e le loro sofferenze, e dell’aiuto reciproco di fronte alla forza dirompente della natura.
All’interno del festival della montagna vissuta con consapevolezza Tra le rocce e il cielo– che si svolge in Vallarsa dal 20 al 23 agosto – di tutto questo parleremo con tre amanti della montagna e del Nepal, quattro conoscitori della realtà locale e degli interventi di solidarietà messi in campo:

 

  • Kurt Diemberger, alpinista e scrittore;
  • Mario Corradini, alpinista, scrittore cooperatore internazionale attraverso l’associazione CiaoNamasté;
  • Omar Oprandi, guida alpina e scialpinista.
  • Luciano Rocchetti, dirigente del Servizio Emigrazione e Solidarietà internazionale della Provincia Autonoma di Trento, membro del comitato tecnico di gestione del fondo a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del Nepal.

 

Coordineranno il dibattito Roberto Mantovani, giornalista, alpinista e studioso, e Filippo Zolezzi, professore, critico letterario e membro accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna).

Con loro discuteremo, sabato 22 agosto alle ore 21 al Tendone di Riva di Vallarsa di come alpinismo e solidarietà possano intrecciarsi e combinarsi; di come l’alpinista sia e debba essere sensibile e partecipe delle vicende sociali, ambientali, economiche e culturali dei luoghi dove avvengono le spedizioni, specialmente in presenza di tragedie come quella nepalese; e di come la solidarietà internazionale abbia influito e stia influendo nel percorso di ritorno alla normalità per una terra dilaniata, un popolo ferito, un’economia in ginocchio.

“Tra le rocce e il cielo” è patrocinato, tra gli altri, dal Club alpino italiano e dalla SAT.

 

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