Il Parco nazionale dello Stelvio compie 80 anni tra le polemiche

Federparchi e Legambiente ribadiscono il loro no allo smembramento previsto dall’intesa che prevede la spartizione tra Regione e Province autonome. Appello al presidente Mattarella

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Il Parco nazionale dello Stelvio compie 80 anni tra le polemiche. Federparchi e Legambiente in tale occasione, infatti, colgono l’occasione per ribadire ancora una volta la loro opposizione allo smembramento dell’area protetta con la tripartizione tra le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia.
“Lo spacchettamento del Parco nazionale dello Stelvio – spiega Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi Europarc Italia – non ha ragione di essere compiuto e, al pari di Legambiente, non vediamo ricadute positive da questo passaggio. In Europa ci risulta che mai nessun Stato abbia cancellato un parco nazionale…”
L’assetto unitario del Parco dello Stelvio (per il 70% ricadente nel territorio lombardo) era stato messo in discussione già nel 2010 dal Governo Berlusconi. Allora un decreto del Consiglio dei Ministri ne propose lo scioglimento con riassegnazione dei territori, chiedendo la soppressione del Consorzio del Parco e azzerandone subito il Consiglio Direttivo. Il Presidente della Repubblica, Napolitano prima, e Mattarella poi, non hanno mai firmato quel decreto per la mancanza d’intesa con la Regione Lombardia e per il contrasto con la legge quadro nazionale  sulle aree protette (la 394/91) e l’unitarietà del Parco dello Stelvio è così stata garantita. Ora però siamo all’epilogo.
L’11 febbraio, scorso, infatti, è stata raggiunta un’intesa sulla spartizione tra Governo e Province Autonome, accordo già approvato dal Comitato paritetico. L’ultima parola spetta adesso al Governo. E proprio al Consiglio dei Ministri si rivolge Federparchi – Europarc Italia, in questa giornata particolare per scongiurare la devolution delle competenze a Regione Lombardia e Province Autonome.
“Per noi – conclude Sammuri – non è in discussione la composizione del direttivo dell’Ente Parco. Possono essere anche tutti membri espressione del comprensorio. Non abbiamo alcuna difficoltà, infatti, a capire e accogliere la volontà delle autonomie locali di contare di più. Non solo. Diamo atto anche delle indubbie capacità delle Province di Trento e Bolzano nella gestione delle aree protette di competenza. Tuttavia, nella trattativa per giungere a una soluzione di questa  vicenda, deve restare ferma l’integrità geografica del Parco dello Stelvio”.

 

Contraria alla devolution anche Legambiente: “Lo smembramento del Parco dello Stelvio priverebbe le Alpi della risorsa strategica rappresentata dal loro più grande parco nazionale – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Si rischia di disperdere un patrimonio di ricerche e conoscenze scientifiche sviluppato nell’arco di 80 anni, per far nascere uno spezzatino di aree gestite secondo criteri e norme differenti nei tre versanti, in cui l’unica cosa che appare certa è l’attenuazione delle tutele. Un imperdonabile passo indietro che contestiamo e su cui auspichiamo un ripensamento da parte di Governo e di Regione Lombardia”.

“Da parte nostra – ha dichiarato il presidente di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine – continueremo a far pressione sul Ministero dell’Ambiente e sulle regioni affinché non si perda la dimensione progettuale unitaria del Parco dello Stelvio e venga sostenuta la continuità dei progetti di ricerca e monitoraggio della biodiversità. In particolare dalla Lombardia, entro cui gravita quasi metà dell’intera superficie protetta, ci aspettiamo una discesa in campo differente da quella notarile e contabile su cui abbiamo visto impegnata la Regione nelle trattative con le Province Autonome. Ci piacerebbe inoltre sapere dal competente assessore lombardo se esiste una strategia sulle aree protette e la protezione della natura nelle Alpi Lombarde, di cui il parco nazionale sia partecipe”.

 

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