La leggenda del Dente del Gigante
Il Dente del Gigante, alto 4014 metri, è una delle vette più iconiche del massiccio del Monte Bianco. Non si può non notarla una volta giunti in alta quota, si trova di fronte a Punta Helbronner dove arriva la “Skyway” da Courmayeur.
Il Dente del Gigante
Il Dente del Gigante – la Dent du Géant in francese – fa parte del gruppo di Rochefort, situato nella parte settentrionale del massiccio, al confine tra Italia e Francia.
La prima ascensione della Punta Sella fu compiuta il 28 luglio 1882 dalle tre guide valdostane Jean-Joseph Maquignaz, il figlio Baptiste e il nipote Daniel. La cordata fu guidata da Daniel nei passaggi più difficili. La salita avvenne per la parete sud-ovest. Il giorno successivo, il 29 luglio, l’ascensione fu ripetuta con i clienti Sella: i fratelli Alessandro, Alfonso, Corradino e il cugino Gaudenzio.La prima ascensione della Punta Graham, la più elevata, fu compiuta il 20 agosto 1882 da William Woodman Graham con le guide Alphonse Payot e Auguste Cupelin.
Le leggende
Il nome già dice tutto, ma di quale gigante sarebbe il dente? È Gargantua, figura mitologica del Cinquecento inventata dallo scrittore francese François Rabelais, protagonista della serie di romanzi La vie de Gargantua et de Pantagruel.
Beh, secondo la leggenda il gigante volle che – dopo la sua morte – le varie parti del suo corpo fossero disperse in giro per il mondo. Il dente, appunto, tra Valle d’Aosta e Savoia, sul Monte Bianco.
Ma il nome non è stato sempre questo. Sino al tardo settecento veniva chiamato Mont Malet o Mallet (oggi una vetta vicina, 3988 mt) o Le Géant (ovvero su quella montagna dalla strana forma riposasse l’intero gigante).
LEGGI ANCHE Rivoluzione nello scialpinismo: arrivano gli e-skimo per skialper pigri
Ma le leggende non finiscno qui. Il Dente del Gigante, secondo leggenda, sarebbe la dimora di innumerevoli spiriti maligni. Ovvero, tutti quelli che, in antichità, imperversavano nella Valle d’Aosta. Poi giunse un mago, da lontano, forse dall’Oriente, e commosso dal disagio della popolazione, risalì tutta quanta la vallata, pronunciando misteriose parole.
Attratti dall’irresistibile richiamo, gli spiriti scesero a frotte dalle valli laterali, uscendo come nuvole di corvi dalle radure e dai boschi, dagli anfratti rocciosi e dalle gole dei torrenti. Insieme ai folletti si unirono in un tumultuoso volo che finì con l’oscurare il cielo. Il mago così salì in alta quota, accompagnato da questa nube misteriosa. Fino alla gigantesca prigione, tra i ghiacci del Monte Bianco. E così uno ad uno gli spiriti entrarono, spinti da un’invincibile forza. Alla fine la porta si chiuse, e quella divenne la loro prigione…
Buongiorno e, seppure in ritardo Buon Anno a tutti.
Bellissima questa leggenda: adesso mi viene da pensare, con lo scioglimento dei ghiacci, ad una rivincita di questi esseri imprigionati. La loro rabbia sembra abbia scaldato le pareti delle loro prigioni, provocando lo scioglimento delle nevi!