L’abbraccio a Iñaki Ochoa de Olza

Iñaki Ochoa de Olza, nato il 29 maggio 1967 (Pamplona) è stato un forte alpinista spagnolo diventato celebre per la straziante vicenda della sua morte sull’Annapurna (raccontata in “Salvate Iñaki!” di Alpine Studio, 2016). L’alpinista spagnolo cercava il suo 13° Ottomila, la vicenda risale a fine maggio 2008 (la morte il 23). Per lui si mobilitò il mondo alpinistico.
Iñaki Ochoa de Olza
Iñaki aveva curriculum ricco di importanti salite. Ben 30 spedizioni himalayane, 12 dei 14 Ottomila (tutti senza l’ausilio di bombole d’ossigeno).
Se utilizzi l’ossigeno non sei un alpinista, sei più simile a un astronauta.
Gli mancavano Annapurna e Kangchenjunga. Era legato al mondo della montagna, alla sua gente. Si è sempre dato da fare, infatti, per le popolazioni locali, soprattutto per i bambini del Nepal e del Pakistan. Raccolse anche fondi per la costruzione di un orfanotrofio a Kathmandu, un ospedale pediatrico in Pakistan e una scuola a Dharamsala. Oggi una fondazione porta il suo nome con l’obiettivo di portare a compimento i suoi sogni.
La tragedia dell’Annapurna
Il tentativo insieme al romeno Horia Colibășanu. Erano quasi giunti in vetta, mancavano 100 metri ma dovettero tornare indietro. Le condizioni meteo mutarono all’improvviso, Iñaki non si sentiva bene con congelamenti alle dita delle mani e principi di un edema polmonare. Sfiniti, rientrarono a campo 4 a 7400 metri ma lo spagnolo peggiorò ulteriormente e non era in grado di proseguire. Il meteo, intanto, continuava a peggiorare. Fu lanciato l’allarme e dal campo base i primi a raggiungere i due furono Ueli Steck e Simon Anthamatten (erano lì per aprire una nuova via sulla parete sud). Li raggiungero, lo svizzero restò accanto a Iñaki mentre Anthamatten ridiscese con Colibășanu. Ueli Steck restò lì, accanto allo spagnolo fornendogli le cure che poteva. Intanto dal campo base si mosse anche Denis Urubko, cercò di fare il prima possibile per portare ossigeno e altri farmaci ma quando arrivò Iñaki era morto, lo trovò tra le braccia di Ueli Steck. Morì per un ictus.
Restò lì lo spagnolo, il suo corpo è della montagna.