Le Dolomiti studiano le contromosse all’overtourism

Essenziale una corretta comunicazione. Il documento redatto dalla Rete della Promozione del turismo sostenibile della Fondazione. Le linee guida: gli influencer vanno guidati, chi abita i territori deve sapere i danni che può produrre sui social, esistono luoghi belli ma anche quelli interessanti...

Le Dolomiti corrono al riparo contro l’overtourism. È essenziale sapere come comunicare i luoghi. La Rete della Promozione del Turismo Sostenibile della Fondazione Dolomiti UNESCO, coordinata dalla Provincia di Belluno, ha creato un gruppo di lavoro per valutare le problematiche connesse alla comunicazione a fini promozionali del territorio interessato dal riconoscimento delle Dolomiti a Patrimonio Mondiale. Dopo una serie di incontri di formazione e di confronto, anche con l’aiuto di esperti, è stato condiviso un documento finale che indica le linee da seguire per rappresentare il territorio Dolomitico tenendo conto dei valori, delle fragilità e delle problematiche del Bene riconosciuto dall’UNESCO.

Comunicare la montagna

Il documento finale parte da alcuni assunti, così riassumibili: il modo in cui si comunica la montagna ha un impatto importante nell’indurre comportamenti potenzialmente scorretti o pericolosi; i social media hanno enfatizzato questa problematica, alimentando visioni incoerenti con i valori del Patrimonio Mondiale; i flussi creati da influencer, youtuber, blogger o da semplici utenti non sono naturalmente controllabili e occorre concentrarsi prima di tutto sui soggetti che operano sul territorio; la frequentazione della montagna è cambiata sia per quantità che per qualità e serve agire non solo sulla comunicazione ma anche sul piano delle regole, dell’informazione e della cultura.

Azioni

Il documento indica quindi alcune azioni finalizzate a orientare la comunicazione al rispetto dei valori del Patrimonio Mondiale, a un riequilibrio dei flussi turistici, a una maggiore considerazione del cambiamento climatico e del suo impatto sulla frequentazione della montagna (carenza idrica, fenomeni intensi, dissesti idrogeologici, fusione dei ghiacciai), a una maggiore prudenza che nasce dalla consapevolezza dei propri limiti e di quelli del contesto ambientale.

Otto le azioni concrete individuate: la diffusione dei contenuti del documento; la creazione di contenuti coerenti; la diffusione di una rinnovata cultura della montagna a partire dalle scuole,  in collaborazione ad esempio, con il CAI, il Soccorso Alpino e varie agenzie formative; la collaborazione con gli organi di informazione; comunicare i valori naturalistici, paesaggistici e culturali del Patrimonio, evitando di evidenziare esclusivamente la “bellezza” dei luoghi, per non rischiare di banalizzarla; promuovere il dialogo con i diversi attori del territorio, anche per introdurre regole e disciplinari coerenti con gli obiettivi; in caso di collaborazione con influencer, blogger e youtuber, favorire la diffusione di contenuti coerenti con i principi esposti nel documento.

Linee-guida per la comunicazione

  • Promuovere la diffusione dei principi indicati presso tutte le istituzioni, gli enti e le realtà imprenditoriali, nonché gli abitanti, che operano nella comunicazione del territorio montano;
  • Creare, anche operando in coordinamento con alcune di esse, forme e contenuti di comunicazione coerenti con i principi indicati, combinando forme di nudging (ispirazione di comportamenti corretti adeguatamente motivati) a forme di warning (indicazione delle conseguenze negative di comportamenti scorretti);
  • Promuovere la diffusione di una rinnovata cultura della montagna, in collaborazione anche con altri enti preposti (ad es. il CAI, il Corpo del Soccorso Alpino, Agenzie formative, etc.), anche presso le fasce più giovani di età, a partire dalle scuole;
  • Attivare forme di collaborazione con testate giornalistiche e di informazione per facilitare la diffusione di messaggi responsabilizzanti e coerenti con i principi indicati in precedenza;
  • promuovere la narrazione del Patrimonio Mondiale delle Dolomiti, privilegiando contenuti che possano richiamare i valori naturalistici, paesaggistici e culturali, evitando di evidenziare esclusivamente la “bellezza” dei luoghi;
  • Promuovere nei territori dolomitici forme di discussione e confronto che coinvolgano istituzioni, enti, imprese e la popolazione residente, al fine di creare condivisione attorno ai principi indicati;
  • Interagire con gli organi politico/istituzionali dei territori al fine di introdurre norme, regole e disciplinari coerenti con gli obiettivi e i principi indicati, nonché introdurre forme di monitoraggio;
  • Qualora s’intenda avvalersi di collaborazioni con influencer, blogger e youtuber, si favorisca una diffusione di contenuti digitali coerenti con i principi sopra citati.
Cosa fare
  1. Le modalità e i contenuti con cui avviene la comunicazione della montagna, in particolare se rivolta alle attività turistico/ricreative che si svolgono nel suo ambito, fino a comprendere l’escursionismo, l’alpinismo, gli eventi sportivi e culturali, hanno un impatto significativo nell’indurre comportamenti o atteggiamenti potenzialmente scorretti, o addirittura pericolosi, sia per le persone che la frequentano, sia per i territori.
  2. Il problema è stato enfatizzato, negli ultimi anni, dalla diffusione dei social media e, con essi, delle nuove forme di comunicazione digitale che sfuggono sia dalla pianificazione che dal controllo degli enti territoriali preposti, alimentando, talvolta, visioni e suggestioni incoerenti con i principi di cui la Fondazione Dolomiti UNESCO si fa portatrice così come i valori stessi alla base del riconoscimento UNESCO.
  3. Al di là dei flussi di comunicazione provenienti da fonti non controllabili sulle piattaforme digitali (influencer, youtuber e blogger, ma anche semplici turisti che postano e condividono immagini e filmati), deve anche essere considerata la molteplicità delle possibili fonti di comunicazione che scaturiscono da soggetti operanti nel territorio (enti, istituzioni, aziende di promozione turistica, imprese e operatori privati del comparto turistico) che talvolta si compongono degli stessi cittadini/abitanti delle Dolomiti. E’ necessario un richiamo ad una maggior consapevolezza, poiché tutti – seppur in grado diverso – siano portatori/attori di comunicazione.
  4. La frequentazione della montagna, aumentata quantitativamente e profondamente cambiata nei profili dei frequentatori, richiede un intervento significativo per garantire la sostenibilità dello sviluppo e per ridurre il livello di rischio legato alle caratteristiche intrinseche (geografiche, climatiche, geologiche) delle alte quote. Tale intervento deve riguardare sia la comunicazione, con forme di nudging (raccomandazione, spiegazione) e di warning (indicazione dei pericoli e delle possibili conseguenze), sia un intervento di tipo regolatorio, con cui fissare incentivi positivi e negativi (sticks and carrots) capaci di orientare i comportamenti individuali, nonché un’attività di informazione e formazione culturale in particolare sui valori che definiscono le Dolomiti come Patrimonio Mondiale.

Overtourism

L’overtourism sta interessando molte zone delle Dolomiti. Se per alcune aree poco conosciute la crescita dei visitatori rappresenta un fattore positivo dal punto di vista socio-economico, esistono aree – dette hotspot – che in alcuni periodi dell’anno superano livelli accettabili di pressione antropica, con il conseguente danno ambientale (impatto sull’ecosistema), sociale (relazione tra turisti e residenti) e, potenzialmente, economico (riduzione della qualità dell’esperienza turistica e della disponibilità al ritorno dei turisti insoddisfatti). La comunicazione deve avere l’obiettivo di sensibilizzare i flussi di visitatori, tenendo conto degli effetti dannosi dell’overtourism, ed essere mirata a favorire/sostenere, in accordo con gli attori/decisori, una distribuzione equilibrata dei visitatori nel territorio dolomitico.

Attenzione alle nuove forme di frequentazione della montagna e necessità di agire sulla consapevolezza dei visitatori rispetto alla corretta relazione con l’ambiente alpino: partendo dal fatto che negli ultimi anni è aumentato il numero dei frequentatori della montagna, senza però che questo si accompagni a un adeguato grado di conoscenza dei pericoli associati alle attività in quota, si sono generati degli impatti che riguardano in primo luogo la percezione della sicurezza e del rischio, per estendersi poi alla sostenibilità dell’esperienza, che talvolta genera un’aspettativa incoerente al contesto. Aspettativa – che a volte diviene pretesa – di ricevere determinati servizi e di trovare determinati standard di offerta nonostante la fragilità intrinseca dell’eco-sistema alpino.

 

L’importanza della comunicazione

La comunicazione deve favorire e alimentare un incremento di consapevolezza dei visitatori, fino a spingersi alla dissuasione di alcuni comportamenti o atteggiamenti, e in ogni caso non deve mai stimolare o suggerire azioni incoerenti con il pericolo intrinseco alla frequentazione del territorio montano. La comunicazione in ambito montano può divenire uno strumento educativo per la conoscenza e il rispetto dei propri limiti e di quelli del contesto ambientale in cui si è ospiti.

L’auspicio

L’auspicio è che tali azioni possano diventare uno strumento capace di favorire un turismo più responsabile e quindi qualitativamente migliore, garantendo il fondamentale sostegno alla vita della montagna che solo il turismo appare in grado di garantire, senza tuttavia pregiudicare la conservazione dei valori naturali, paesaggistici, sociali e culturali che rappresentano il valore intrinseco della montagna stessa.

 

IL DOCUMENTO INTEGRALE

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