Maltempo e incidenti, bollettino di guerra dalla montagna
Sul Gran Sasso (Monte Prena) muore una donna. Bimba francese di 4 anni muore nel comasco. Sui Sibillini pastore colpito da fulmine. In Libano perde la vita un escursionista italiano. Monte Rosa: muore il giornalista Roberto Landucci. Monte Frerone: precipita per 200 metri nel dirupo. Gli altri incidenti…
Bollettino di guerra del week-end in montagna. Morti, feriti causati da incidenti e dal maltempo.
Maltempo: donna muore sul Gran Sasso Una donna è morta nel tardo pomeriggio di ieri sul Gran Sasso, Monte Prena (quota 2.500). La donna stava effettuando una escursione con la famiglia, marito e di due figli di 12 e 10 anni. Il maltempo li ha colti improvvisamente (ieri tutto l’arco appenninico è stato interessato da fenomeni temporaleschi) quando si trovavano in vetta. L’escursionista è stata trascinata a valle dalla gran quantità di acqua, sassi e detriti. A fare scattare la macchina dei soccorsi, la ragazzina di 12 anni che scesa a valle è riuscita a farsi accompagnare a Campo Imperatore dove ha fatto scattare la macchina dei soccorsi. Il personale del Cnsas ha tratto in salvo il padre e l’altro ragazzino, mentre la donna è stata trasferita all’obitorio. La salma è stata messa a disposizione dell’autorita’ giudiziaria.
Pastore colpito da fulmine sui Sibillini: è grave Passiamo ai Sibillini. Qui un uomo è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale regionale di Ancona. Trattasi di un pastore slavo colpito nel tardo pomeriggio di ieri da un fulmine nella zona di Montemonaco. L’incidente si è verificato intorno alle 19 poco distante dal Rifugio Sibilla quando proprio in quella zona si è abbattuto un violento temporale estivo. Il pastore stava accudendo il suo gregge di pecore. Ad un centro punto, sorpreso dal maltempo che stava imperversando in tutta l’area, l’uomo avrebbe cercato riparo dalla pioggia ma è stato colpito da un fulmine. Quando chi era nelle vicinanze si è accorto di quello che era accaduto ha immediatamente allertato i soccorsi e richiesto l’intervento dell’ambulanza del 118. Da Ancona si è dunque alzato in volo l’elicottero Icaro che in pochi minuti ha raggiunto Montemonaco atterrando lungo la strada poco distante dal luogo dell’incidente.
Bimba francese di 4 anni muore dopo incidente nel comasco Era precipitata sabato 8 agosto in un canalone sul versante intelvese del Sasso Gordona, in provincia di Como: una bambina di 4 anni di nazionalità francese ha perso la vita. Inutili le cure che le sono state prestate nel reparto di Terapia intensiva pediatrica dell’Ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, dove era stata trasportata subito dopo l’incidente in montagna. Le sue condizioni erano apparse già molto gravi: i medici hanno cercato di fare il possibile, ma ogni sforzo si è purtroppo rivelato inutile.
Libano: tragico trekking per un turista italiano Tragedia anche sulle montagne in Libano. Due turisti italiani sono precipitati in una zona montuosa della regione di Nahr Ibrahim. Secondo le prime informazioni uno dei due è scivolato e l’altro ha tentato di aiutarlo. I due sono precipitati in una zona aspra. Uno dei due escursionisti è morto, mentre l’altro ha riportato solo lievi ferite. La stampa locale fa sapere che l’ambasciatore italiano ha raggiunto la zona dell’incidente. Secondo l’agenzia libanese Nna, l’escursionista è morto a causa di una frattura al cranio. I due italiani sono stati localizzati e ai soccorsi hanno partecipato anche paracadutisti dell’esercito.
Tragedia sul Monte Rosa: muore il giornalista Roberto Landucci Torniamo in Italia, sulle Alpi. E’ stata forse la rottura di un rampone a causare l’incidente sulla Cresta del Soldato, nel massiccio del monte Rosa, in cui ieri sera ha perso la vita il giornalista Roberto Landucci, di 50 anni, di Milano. Il suo compagno di cordata, che lo precedeva, durante un passaggio sopra a un canale di ghiaccio a 3 mila 900 metri di quota, ha sentito uno strappo violento sulla corda, senza riuscire a vedere la caduta. L’ipotesi è che, perdendo un rampone, Landucci sia scivolato per poi urtare le rocce. Indaga la guardia di finanza di Cervinia. I due erano diretti alla Punta Giordani (4.046 mt). In lieve ritardo e un po’ stanchi, per abbreviare il percorso si sono diretti verso un piccolo canale di ghiaccio, che li avrebbe condotti sotto la cima.
Monte Frerone: muore dopo essere scivolato per 200 metri nel dirupo Un escursionista bresciano di 57 anni è morto nel pomeriggio mentre, in compagnia di altre persone, stava affrontando la salita del monte Frerone, in Bazena, sopra Breno, in Vallecamonica. L’uomo è scivolato in un dirupo per circa 200 metri. Si tratta delle secondo vittima in una settimana sulle montagne bresciane. Solo pochi giorni fa sulle montagne dell’Adamello aveva perso infatti la vita un alpinista bergamasco precipitato durante una ferrata.
Gli altri incidenti
Questa mattina alle 7 l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è intervenuto in Marmolada sulla via Tempi Moderni, dove erano bloccati da ieri, dopo una notte all’addiaccio, due alpinisti. Ieri sera, infatti, i rocciatori, D.S., 50 anni, di Livinallongo (BL), e L.L., 46 anni, scozzese, erano stati fermati prima di affrontare gli ultimi due tiri da pioggia e grandine e avevano contattato il 118 che alle 20 passate aveva inviato l’eliambulanza, impossibilitata purtroppo a intervenire per la presenza di banchi di nubi. Oggi il recupero dei due alpinisti, che avevano bivaccato su un terrazzino, avvenuto utilizzando un verricello di 30 metri.
Recuperato un uomo di 46 anni, residente a Talamona, scivolato per una ventina di metri in una zona boscosa sopra la località Sacco, nel territorio del comune di Cosio Valtellino, a circa 800 metri di altitudine. Era uscito di casa nel tardo pomeriggio di ieri. Dopo tre ore circa è riuscito a dare l’allarme, contattando i familiari. Sono quindi partite le ricerche: i tecnici della Stazione di Morbegno della VII Delegazione Valtellina – Valchiavena del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), sette quelli impegnati nell’operazione, sono riusciti a individuarlo e a recuperarlo, poi è stato affidato all’ambulanza
Poco dopo il decollo, R.B., 50 anni, di Montecchio Precalcino (VI), ha perso il controllo della vela del suo parapendio precipitando al suolo. È stato lui stesso a contattare il 118, ma, in stato confusionale, non è stato in grado di dare indicazioni del luogo in cui si trovava. Allertate alle 16.30 di ieri circa, le squadre del Soccorso alpino di Asiago partite dall’alto, quelle di Arsiero dal basso, hanno iniziato a cercarlo. Quando l’elicottero di Verona emergenza ha sorvolato la zona, ha presto individuato la vela su un prato, a un centinaio di metri in linea d’aria dal decollo. L’uomo, raggiunto anche dai soccorritori di Asiago, più vicini, e dal personale sanitario dell’ambulanza, è stato medicato, imbarellato e trasportato fino all’eliambulanza atterrata nelle vicinanze, per essere accompagnato all’ospedale di Vicenza, in quanto lamentava dolori alla schiena.
Il Soccorso alpino dell’Alpago è intervenuto sulla strada del Taffarel in Cansiglio, dove G.Z., 53 anni, di Santa Giustina (BL), si era sentito male durante un giro in mountain bike con un altra persona. I soccorritori lo hanno quindi raggiunto in jeep per poi accompagnarlo all’elicottero sopraggiunto nel frattempo, decollato poi in direzione dell’ospedale per gli accertamenti del caso. La Stazione dell’Alpago è stata poi preallertata per il ritardo di un uomo, che non si era presentato all’appuntamento con un amico alla macchina, dopo che si erano separati in Val Salatis. Fortunatamente poco dopo l’uomo è stato rintracciato e l’allarme è cessato. Il Soccorso alpino di Cortina ha invece accompagnato al codivilla una bimba di 5 anni di Vicenza che era stata morsicata da un cane, non in modo grave, in località Pomedes.
Verso le 12.30 di ieri il 118 ha allertato il Soccorso alpino della Val Biois, a seguito della chiamata di una coppia di Venezia con una bimba di 11 mesi nel passeggino. Marito e moglie, dopo essere saliti in funivia sul Col Margherita, erano scesi e avevano raggiunto una strada sterrata sopra il lago di Cavia, ma per la stanchezza non erano più in grado di proseguire. Raggiunta dai soccorritori in jeep, la famigliola è stata riaccompagnata a valle.
Due interventi ieri pomeriggio per la VI Delegazione Orobica del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico). Il primo allertamento è giunto poco dopo mezzogiorno, per una donna di circa 50 anni, residente a Cazzano Sant’Andrea (BG). Ha riportato la sospetta frattura di una caviglia mentre si trovava sopra la frazione di Valpiana, nel comune di Gandino (BG), in località Campo D’Avene. Sul posto una squadra con cinque tecnici; l’hanno trasportata prima lungo il sentiero a piedi, con la barella, e poi con un mezzo fuoristrada fino all’ambulanza. Verso le 12:30 altra attivazione per soccorrere un uomo in arresto cardiaco in Val Sandrera, nel territorio del comune di Rovetta (BG). Era con un gruppo di motociclisti, quando ha avuto un malore. Le squadre lo hanno raggiunto a piedi, è arrivata anche l’automedica; immediato il trasporto in ospedale, dove poi è deceduto. Si tratta di un uomo di Bergamo, WL le iniziali, del 1959. Sul posto anche i vigili del fuoco.
Una escursionista trentina, A.I., 67 anni, di Taio, perso l’equilibrio è caduta e rotolata per una trentina di metri lungo il versante in prossimità della Forcella di Zonia. Raggiunta dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, alla donna sono state prestate le prime cure e, imbarcata, è stata trasportata all’ospedale di Belluno, con un possibile politrauma. Allertato anche il Soccorso alpino della Val Fiorentina per eventuale supporto nelle operazioni.
Tre giovani, dai 25 ai 30 anni, residenti a Valbrona, hanno pensato di avventurarsi in un torrente, il Moregge, senza attrezzatura e protezioni e nemmeno competenze. Sono rimasti bloccati sopra alcuni salti bagnati, in alcuni casi alti anche una ventina di metri, e non riuscivano più né a scendere, né a risalire. Le squadre della Stazione del Triangolo Lariano della XIX Delegazione del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) li hanno individuati e raggiunti. Conoscendo molto bene la zona e i singoli ancoraggi per la discesa nel torrente, grazie anche all’impiego di un tecnico di soccorso in forra, oltre a quelli della Stazione, con una lunga serie di calate sono riusciti a riportarli illesi fino al lago, nella zona di Onno. Un intervento particolarmente complesso, svoltosi quasi interamente al buio e in condizioni difficili. L’appello alla prudenza è doveroso: prima di intraprendere qualsiasi itinerario, è necessario avere molto bene presenti i propri limiti e le proprie possibilità, scegliere con cura i luoghi e il tipo di territorio da affrontare, non partire mai senza un’attrezzatura adeguata. Le stazioni del Soccorso alpino sono a disposizione per dare informazioni e possono essere contattate, prima di mettere a rischio la propria vita: tutti i recapiti e i numeri di telefono sono pubblicati sul sito www.sasl.it.