Monte Bianco – Sfida Verticale: tante polemiche per niente
Ieri sera la prima puntata del nuovo programma di Rai Due seguito da oltre un milione e mezzo di telespettatori. Eliminata Arisa
Dopo mesi di attesa e polemiche varie ieri sera è andata in onda la prima puntata del reality o Adventure Game (chiamatelo come volete) “Monte Bianco – Sfida Verticale”. Ne vedremo altre quattro di puntate. Nella prima le celebrity (sette, ognuna accompagnata da una guida alpina) hanno preso “confidenza” con la montagna, hanno montato le tende al campo base, scalato una parete verticale… va beh, chi lo ha visto già sa cosa hanno fatto e chi non lo ha visto invito a leggere il resoconto della prima puntata direttamente sul sito Monte Bianco della Rai. Inutile soffermarsi su cosa abbiamo visto e sentito, nel senso che non intendo fare qui la cronaca di questa prima serata (e qui sottolineo che Mount Live non pubblicherà altri articoli a riguardo, riservandosi semmai un pezzo di chiusura a fine programma).
Un gioco. Questo è Monte Bianco – Sfida Verticale. Nulla più. Una gara alla Giochi senza frontiere, Grande Fratello, Pechino Express, solo che cambia lo scenario. Non posso valutare similitudine e diversità rispetto a questi altri programmi perché non li ho visti.
Valutiamolo in seno allo sfondo. La montagna. Un gioco, dicevo. Una gara. Fatta da celebrity e non alpinisti, nonostante la Balivo a più riprese chiamasse così i concorrenti. E in merito ai commenti veri e propri io attendo quelli del Cai e di Mountain Wilderness; penso sia doveroso considerate le polemiche mosse in estate durante le riprese del programma. Io dico solo una cosa: meno male che c’erano le guide alpine! Non solo per per tecnica e sicurezza e non-banalizzazione ma anche per il messaggio che ha lanciato tale presenza e cioè che chi vuole avvicinarsi a tale attività sportiva e a tale mondo può/deve farlo tramite loro.
C’è chi dice che Monte Bianco sia divertente. In effetti come si fa a dire che Arisa non sia divertente. Il punto è che è stata eliminata…
C’è chi dice che è accattivante. E come si fa a dire che Dayane Mello non abbia un fondo schiena mozzafiato tanto che, nonostante non sia più periodo, i cervi si sono ridati ad un bramito forsennato.
C’è chi dice che è un programma altamente ambientalista. Come non dire che sono stati accorti nell’usare saponette naturali.
La montagna è stata banalizzata, dissacrata? Non so. In generale, io dico di no. Introspettivamente, interiormente, nel midollo, dico di sì. Per vari motivi. Ne dico uno, il più personale: nel vederlo, io escursionista-alpinista e non giornalista, in certi frangenti ho sentito il sangue accelerarmi dentro… mi ha dato un pochettino fastidio vedere una sorta di “colonizzazione” della montagna da parte di chi la montagna non la vive, non la conosce, a primo acchito la rifiuta, non la porta dentro, non la ammira, non gira con la sua lentezza e profondità ma sta lì – semplicemente- per gioco, per battere una cordata così come studiata a tavolino in casa Rai e spettacolarizzata per motivi di audience. Mi ha solleticato il fegato perché ritengo che andare in montagna sia un processo graduale, lento, sia per conoscenze tecniche sia per capire la montagna. Io ci ho impiegato tempo, volutamente.
E non l’ho scoperta in tal modo. Chi ieri sera comodamente sul divano (più di un milione e mezzo di telespettatori) si è ammaliato delle riprese, divertito del format, incuriosito da trekking, alpinismo, arrampicata e bouldering, si sarà detto: “quasi quasi appendo al chiodo pinne e ombrellone, pallone e joystick e mi vivo un po’ di aria d’altura”. In tanti si saranno detti: “ci sono riusciti loro, perché non posso farcela io”.
Ma è vero anche il contrario. In tanti ieri sera seduti comodamente sul divano si son detti: “ma questi sono propri matti. Mettono a repentaglio la loro vita, si ammazzano di fatica per…”.
C’è pure a chi gli è scivolato addosso e ha semplicemente consumato un lunedì sera televisivo.
Insomma, a parer mio, non c’è nessuna verità o polemica o analisi erudita da inseguire. “Monte Bianco – Sfida Verticale” è un gioco tv… e come tale va preso! Forse tante polemiche, tante righe scritte e tante parole dette, dagli amanti e professionisti della montagna sono pure superflue! Passerà anche questa. Ci sarà chi si è divertito, chi ci ha guadagnato, chi si è innervosito. Noi, direttamente ed indirettamente, non lo attaccheremo ma non lo pubblicizzeremo nemmeno.
Il Direttore
Ero curioso di vedere questo programma. Immaginavo quello che è stata la conferma. Un gioco corrotto che ha danneggiato la montagna. Concorrenti, a me non amante del gossip, sconosciuti. Persone che non hanno mai messo piede nelle montagne, mai calzato uno scarpone o portato uno zaino. Poverini, hanno rinunciato alle comodità… all’acqua calda, ad un materasso… Mi sono sforzato a non seguire il gioco, disinteressandomi della gara, ma solo concentrandomi sull’ambiente. Ambiente per altro offeso, dal rumore dei gruppi elettrogeni, dai cameramen, dagli elicotteri. Mi ha dato fastidio la conduttrice che chiamava i concorrenti…” alpinisti”. Le guide alpine non si sono offesi? E il cronometrista Simone Moro? E’ chiaro, ma lo giustifico, che le guide alpine non hanno lavorato gratuitamente. È sempre il “vil denaro” che crea gli adepti. In questo gioco chi sta soffrendo è l’ambiente. L‘ecocidio del Pianeta, caro Papa Francesco, non si arresta!
Mi sono semplicemente imposto di non guardarlo, non voglio risultare tra gli spettatori. È così farò anche per le altre puntate
C
MADOO E VEDITI IL GRANDE FRATELLO !!!! POTRAI PIANGERE!!!