Morte di Pietro Biasini, le immagini della Lipton e il Rapporto norvegese

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La ragione principale del distaccamento: il forte sbalzo di temperatura

 

A causare il distaccamento della parete di roccia del Lipton in Norvegia, dove lo scorso 22 febbraio ha perso la vita la guida alpina italiana Pietro Biasini (33 anni di Ardenno in Valtellina), sarebbe stato principalmente lo sbalzo di temperatura di molti gradi (nelle immagini la cascata Lipton prima e dopo il distaccamento della parete di ghiaccio). Questo è uno stralcio del Rapporto del Presidente del Comitato per la sicurezza Climbing Association, Odd Magne Øgreid  su “norsk-klatring.no”: ”L’incidente è avvenuto nella prima lunghezza di corda della Lipton dove enormi quantità di ghiaccio sono cadute. Altri alpinisti e squadre di soccorso sono arrivati sul posto ma la sua vita non poteva essere salvata. Anche se lo scalatore italiano avesse ricevuto attenzione medica professionale immediata, non è certo che si sarebbe salvato”. In merito agli sbalzi di temperatura dice: “Ci sono stati notevoli sbalzi la scorsa settimana anche di 6-7 gradi. La Lipton era molto bagnata, e tenere la tensione tra ghiaccio e roccia era difficile. L’incidente è avvenuto mentre l’alpinista era al primo campo. Dopo 30 metri di dislivello, lo scalatore ha iniziato la traversata nel punto cruciale. Lo scalatore ha attraversato circa 10 metri, e aveva ovviamente affrontato la parte più difficile quando è avvenuto l’incidente. Incidente – dice ancora il presidente del Comitato – che è stato innescato da enormi quantità di ghiaccio (vedi foto) che si è staccato e in qualche modo ha tirato giù lo scalatore. Non sappiamo se un chiodo era attaccato al ghiaccio che è caduto o se la vite di ghiaccio si è staccata come il ghiaccio è crollato. I dettagli esatti di quello che è successo non sono noti. La caduta è stata arrestata da una vite di ghiaccio che ha tenuto. Ma lo scalatore aveva già subito lesioni gravi nella caduta di 10 metri. Gli altri alpinisti presenti in zona hanno sentito un forte boato e hanno sentito urlare e giunti sul posto hanno visto l’italiano appeso in corda. Un altro scalatore italiano è arrivato subito a soccorrere il compagno che era ancora cosciente e si lamentava per il dolore a testa, schiena, un braccio e una gamba. Una squadra di soccorso è arrivata sul posto un’ora dopo. Poco dopo, lo scalatore ha perso conoscenza. Un elicottero non è stato in grado di intervenire a causa  delle condizioni difficili e strette della gola. A causa delle lesioni gravi il primo soccorso è stato inutile. E così un medico arrivato sul luogo dell’incidente circa 20 minuti dopo ha dichiarato la morte dello scalatore”. E così conclude: “L’incidente serva come un triste ricordo e monito che il ghiaccio può essere instabile e che c’è sempre bisogno di valutare le sue condizioni prima di iniziare una salita”.

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