Nove persone morte sulle Alpi
Nove persone sono morte in tre distinti incidenti, due in Svizzera e uno in Francia.
Quattro persone sono morte e altre cinque sono rimaste ferite gravemente sulle Alpi Svizzere, dopo aver trascorso la notte al gelo. Lo ha reso noto la polizia del cantone Vallese. I soccorritori hanno trovato stamane il gruppo, formato da 14 alpinisti di nazionalità italiana, francese e tedesca. Una delle vittime è Marco Castiglioni, 59 anni, la guida alpina italiana che conduceva il gruppo di alpinisti. Castiglioni, nato a Como, da qualche anno si era trasferito in Svizzera, in Canton Ticino, con la moglie di origine bulgara e con lei aveva aperto un’agenzia che organizzava escursioni in montagna.
Tre delle quattro vittime sono decedute dopo l’arrivo in ospedale, cinque sono tra la vita e la morte. Gli altri soffrono di leggera ipotermia ma non sono in pericolo. Lo riportano i media locali.
L’operazione di salvataggio è partita dopo un allarme lanciato verso le 6.30. Sette gli elicotteri impiegati. Il gruppo di 14 alpinisti si trovava sull’Haute Route Chamonix-Zermatt, ma è stato sorpreso da una bufera che ha impedito loro di raggiungere il rifugio, riferisce Rsi. Uno di loro è stato trovato già morto. Verso le 12.30 tutti gli alpinisti sono arrivati negli ospedali del Canton Vallese, Berna e Losanna. La polizia ha istituito una linea di assistenza per stabilire contatti con le famiglie.
Due giovani alpinisti svizzeri di 21 e 22 anni sono stati trovati morti stamane sulle Alpi bernesi, nella zona del Monch, a 4.105 metri. Secondo quanto riferito dalla polizia cantonale di Berna, hanno perso la vita a causa delle basse temperature e dello sfinimento. L’allarme alle autorità sulla loro scomparsa era stato dato alle 20:20 di domenica e le ricerche condotte nell’immediatezza hanno avuto esito negativo a causa del maltempo.
In mattinata, i soccorritori hanno avvistato il corpo senza vita dell’escursionista russa dispersa da sabato. Il cadavere sarà recuperato quando le condizioni meteo lo consentiranno: soltanto allora potranno essere effettuate le operazioni di riconoscimento. La donna aveva lasciato sabato pomeriggio il rifugio Margherita con le ciaspole ed era stata notata da una guida alpina, che le aveva sconsigliato di procedere verso Zermatt (Svizzera) considerate la difficoltà dell’itinerario e le previsioni di peggioramento della situazione meteo. Era quindi stata dirottata verso il rifugio Mantova (3.495 metri), a Gressoney-La-Trinité (Aosta), dove però non è mai arrivata. I tentativi di contattarla telefonicamente e le verifiche in altri rifugi della zona (Balmenhorn e Capanna Gnifetti) avevano dato esito negativo. Le ricerche sono state complesse a causa del maltempo.
fonte: ansa