Precipita sul Monte Bocco, muore escursionista sul Tosco-Emiliano

Così è morto un escursionista 55enne sull’Appennino Tosco-Emiliano. In Veneto, invece, famiglia rimasta bloccata su ripido canalone, salvata dal Soccorso Alpino

soccorso alpino

 

Un uomo di 55 anni è morto dopo essere precipitato durante un’escursione sul versante lunigianese del monte Bocco, sull’Appennino Tosco-Emiliano, in provincia di Massa Carrara. La vittima faceva parte di una comitiva di gitanti che stava raggiungendo il Monte Bocco, al confine con il versante di Parma. Un doppio volo: l’escursionista 55enne è volato in un dirupo profondo 30 metri, poi è ancora precipitato finendo in un canalone di un centinaio di metri. Si sono concluse intorno alle 14.00 le operazioni di recupero tramite verricello dell’escursionista cinquantacinquenne  genovese, ritrovato purtroppo senza vita sul versante toscano del gruppo montuoso Cima Canuti – Monte Bocco, non distante dalla stazione appenninica di Prato Spilla, nel comune di Monchio delle Corti.

Dato il luogo – piuttosto impervio – del ritrovamento, il 118 Toscano ha richiesto, poco prima delle 12.00, l’appoggio delle squadre di terra della Stazione Monte Orsaro di Parma, che hanno allestito il campo base delle operazioni proprio nei pressi della stazione turistica parmense.

L’elicottero “Pegaso”, proveniente dall’Elibase 118 di Massa-Cinquale, si è quindi avvalso della collaborazione e del supporto (rivelatosi in seguito solo logistico) di dieci tecnici del SAER (Soccorso Alpino Emilia Romagna) per il recupero di C. S.  (queste le iniziali dell’uomo), la cui salma è stata quindi messa a disposizione delle autorità toscane per i rilievi previsti dalla legge.

 

Famiglia bloccata su un ripido canalone in Veneto Attorno alle 16.30, il Soccorso alpino dell’Alpago è stato allertato per una famiglia in difficoltà in Cansiglio. Padre di 40 anni, madre di 38 e due bimbi di 8 e 6 anni, di Paese (TV), seguendo la segnaletica di Veneto agricoltura si era trovata bloccata sopra un ripido canalone vicino a un torrente e l’uomo, preoccupato per i propri figli aveva chiesto aiuto. Messa in contatto con i soccorritori, alla famiglia veniva subito consigliato di non muoversi, mentre dalla centrale del 118 arrivavano le coordinate Gps del punto in cui si trovavano, grazie all’applicazione in dotazione al Soccorso alpino. Quando una squadra di tre tecnici ha però raggiunto il luogo, a circa 700 metri da Pian del Cansiglio, non ha più trovato nessuno, perché i 4 nel frattempo erano riusciti a risalire e ad arrivare sulla strada del Taffarel, dove un altro soccorritore in jeep li ha trovati e, una volta caricati a bordo, li ha riaccompagnati alla macchina.

 

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