Prosegue il trekking di Mountain Wilderness in difesa dello Stelvio
Il racconto dell’associazione. L’iniziativa ha come obiettivo la richiesta del mantenimento dell’unitarietà di gestione del Parco Nazionale dello Stelvio e il rilancio dello stesso in un progetto transazionale europeo, PEACE
Sono terminate le prime due tappe del trekking che ha come obiettivo la richiesta del mantenimento dell’unitarietà di gestione del Parco Nazionale dello Stelvio e il rilancio dello stesso in un progetto transazionale europeo, PEACE, che vede la messa in rete di otto realtà già esistenti destinate ad area protetta.
Lunedì 20 luglio. 21 persone, significativamente provenienti dall’Abruzzo, dal Lazio, dal Veneto, dalla Lombardia, dal Piemonte e dal Trentino, dopo aver partecipato alla conferenza stampa tenutasi a Malè, si sono avviate verso il rifugio Dorigoni attraverso la Val Saént. Una prima tappa degli escursionisti si è fermata sotto le cascate del Saènt ammirandone la spettacolarità e raccogliendo il fragore di acque libere. Più avanti hanno affrontato i 700 scalini dei larici, giganti della valle. Si tratta di 23 monumenti della natura che arrivano ad avere circonferenze fino a 6 metri e altezze incredibili per la quota (2000 metri circa) che raggiungono i 40 metri di altezza e vantano età che variano tra i 400 e i 500 anni. Nel loro portamento mostrano evidenti segni della fatica a crescere in un ambiente austero, fatto di nevicate copiose e forti venti. Nell’arrivare al rifugio l’incontro con un consistente branco di camosci che cercava refrigerio nella stentata vegetazione e dal cambiamento climatico in corso. Al rifugio Dorigoni, di proprietà della SAT, i partecipanti al trekking, dopo aver esposto la bandiera dell’associazione, hanno potuto apprezzare la calorosa accoglienza dei gestori e del personale del rifugio. E’ iniziata così la conoscenza del gruppo e l’affiatamento che solo l’alta montagna riesce a creare.
Martedì 21 luglio, di prima mattina, zaino in spalla, inizia la faticosa salita verso il passo del Saènt, quota 2965. Dopo 500 metri di dislivello inizia la discesa verso Val Martello (Alto Adige), che ha riservato paesaggi spettacolari dominati dall’acqua. In alta quota i due fronti glaciali in netto ritiro della Formazza e del Saènt, in evidente drastico ritiro, tanto che alcuni escursionisti con cartine datate non hanno ritrovato, nella realtà, ghiacciai spariti in pochi anni.
Una sequenza continua di laghi morenici ha allettato il percorso. Alcuni laghi si sono formati con il trasporto di materiali da parte del ghiacciaio, altri escavati nella roccia dall’erosione del movimento del ghiacciaio. I colori variavano dall’azzurro intenso fino al verde smeraldo. Subito sotto queste perle della natura sono stati attraversati una decina di numerosi rivi con cascate che superavano salti di oltre 100 metri. Il tempo, che ha riservato cieli azzurri e caldo in quota ha permesso di ammirare, oltre alle acque, ai laghi e alle cascate, molti tipi di fiori e vegetali: estese macchie arancio di calendule, formazioni di ginepro nano, rododendri e una varietà infinita di sassifraghe. I camosci, anche nella seconda giornata, hanno onorato gli escursionisti della loro presenza assieme a numerose marmotte.
Luigi Casanova
Mountain Wilderness