Simone Moro: Ecco come aiutare le popolazioni terremotate del Nepal

L’alpinista ed elicotterista italiano, di ritorno da solo qualche settimana dal Nepal (per la spedizione con Tamara Lunger sul Manaslu) si sta prodigando dall’Italia per canalizzare ed ottimizzare gli aiuti per le popolazioni colpite da sisma
simone moro

 

Simone Moro ha preferito, almeno per il momento, non volare in Nepal e dare una mano, come elicotterista, nelle operazioni di soccorso, ma si sta prodigando incessantemente dall’Italia: “Oltre ad operare sul campo, ossia sporcarsi le mani e sudare realizzando materialmente operazioni di soccorso – ci dice Moro – c’è poi anche il lavoro di canalizzazione delle volontà di aiutare (con soldi, materiali, medicinali, ecc). Queste ultime operazioni sono esattamente quelle che sto facendo”. Moro in questi giorni è sui media nazionali proprio per illustrare in che modo destinare i fondi, da Mattino 5 su Canale 5 a 24 Mattino su Radio 24.
“I miei sponsor mi chiedono di creare un piano di aiuti e segnalarli a chi e come mandarli in Nepal. Altri mi chiedono come raccogliere fondi e dove mandarli, altri mi chiedono di contattare tizio o caio in Nepal, giornalisti che mi chiedono interviste per amplificare queste informazioni e evitare dispersione di risorse e sforzi individuali”.
In questo frangente, quindi, meglio operare in tal modo. Anche perché, in Nepal gli elicotteristi, dice Moro “Folini e Rosati già lo stanno facendo e ad alto livello. Provo a mantenere alto il livello di attenzione ed efficienza degli aiuti che si originano dalla comunità alpinisti e non dal mio Paese”.

Moro condivide il messaggio di Eco Himal dal quale, a chiari lettere, viene spiegato in che modo prodigarsi per le popolazioni terremotate del Nepal: “Un po’ di chiarezza sulla situazione nepalese. Vorremmo tutti fare qualcosa per questa terribile disgrazia: in questo momento ci vuole pero’ anche un po’ di chiarezza per capire come destinare i fondi al meglio e non ledere ulteriormente quelle popolazioni. Chi volesse contribuire il modo migliore e’:

1. aiutare una di quelle associazioni sanitarie (croce rossa, medici senza frontiere, o associazioni sanitarie/ngo con progetti sanitari che operano in loco come la Catena della Solidarieta’ Svizzera) che per loro struttura gestiscono gli eventi estremi;
2. aiutare associazioni non governative, onlus, missioni etc. che hanno gia’ una struttura in loco, che in futuro struttureranno dei progetti di ricostruzione e non improvvisano.

Sconsigliamo vivamente di spedire cargo con cibo o medicinali o vestiti o improvvisare aiuti, perche’ senza canali adeguati rimarrebbero stipati negli aereoporti (i voli al momento non vi sono o vi sono grossissimi problemi) o non andrebbero incanalati nei luoghi giusti, o peggio andrebbero al mercato nero.

Come dice Patrizia, vice presidente di Eco Himal appena tornata dal Nepal: non c’e’ acqua, corrente, elettricità comunicazioni. Non c’e’ nulla. Ciò che funziona al momento e può far fronte ad una simile emergenza sono aiuti sanitari strutturati”.

 

Simone Moro e Tamara Lunger sono rientrati dal Nepal sono qualche settimana fa, rinunciando alla spedizione sul Manaslu (e concatenamento con East Pinnacle) a causa delle condizioni meteo avverse e le abbondantissime nevicate che si sono verificate ininterrottamente negli ultimi periodi sull’Ottomila. Oltretutto vi era un continuo pericolo valanghe. Moro e Lunger hanno dapprima rinunciato all’invernale sul Manaslu ridiscendendo nella Valle dell’Everest e salendo varie vette in attesa che le condizioni meteo migliorassero. Poi, a distanza di un paio di settimane, sono tornati al campo base Manaslu per ritentare… tempo un paio di giorni, si sono resi conto dell’impossibilità di proseguire la spedizione. Così sono rientrati in Italia.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio