Spedizione italiana tenta nuova via sull’Annapurna

Partiti da Biella: Gian Luca Cavalli, Cesar Rosales e il medico Donatella Barbera sono già in Nepal. Tenteranno di completare il sogno di Guido Machetto sullo Sperone nord-ovest

Spedizione italiana tenta di aprire una nuova via sull’Annapurna. Gian Luca Cavalli, accademico del Cai, già capo della spedizione biellese al K2 nel 2024 e da 30 anni attivo su Alpi e montagne extraeuropee, è partito alcuni giorni fa con l’obiettivo di completare il sogno di Guido Machetto. Aprire una nuova via sullo sperone Nord-Ovest dell’Annapurna (8091 m). Con lui ci saranno Cesar Rosales, guida andina (la Cordillera Blanca è la sua casa, ha scalato, tra gli altri, Alpamayo, Huascaran, Aconcagua, Nanga Parbat, Broad Peak), e Donatella Barbera (originaria di Biella, lavora come chirurgo in Inghilterra), medico della spedizione.

In ricordo di Guido Machetto

La spedizione è stata presentata alcune settimane fa in una serata intensa e carica di emozioni, un evento che ha unito la comunità alpinistica biellese nel ricordo proprio di Guido Machetto. Che tentò lo sperone nord-ovest dell’Annapurna nel 1973. Quella sfortunata spedizione, composta da 11 membri, seguì la via francese originale del 1950 fino al Campo 2 e poi iniziò su un nuovo terreno sullo Sperone. La tragedia fu causata da una valanga che seppellì al campo 2 due scalatori che erano lì in quel momento. Il resto del team, che si trovava al campo base, annullò il tentativo. Machetto era a capo della spedizione promossa dal Cai di Busto Arsizio. A perdere la vita sull’Ottomila furono Miller Rava e Leo Cerruti. Guido Machetto morì tre anni dopo, a 39 anni, nel luglio del 1976, per una banale caduta sulla Tour Rond (Monte Bianco).

La spedizione italiana all’Annapurna

La squadra è già a Kathmandu. I tre hanno tentato il K2 l’anno scorso, Cavalli e Rosales hanno scalato il Broad Peak. Il team intende scalare l’Annapurna con una variazione della via polacca. Al momento non si conoscono ulteriori dettagli. Ma probabilmente condivideranno il campo base e le corde fino della via normale fino al campo 2.
I polacchi nell’autunno 1996 salirono proprio da quello sperone, la spedizione era guidata da Michal Kochanczyk. Fissarono 2.000 m di corde e fecero cinque campi. Andrzej Marciniak e Vladyslav Terzyul (ucraino) arrivarono in cima, senza ossigeno, il 20 ottobre partendo dal campo 5 a 7.100 m.

La spedizione italiana si appoggia a Seven Summit Treks, che ha già 40 scalatori sulla montagna.  Ad un certo punto, il team italiano abbandonerà le corde (gli sherpa stanno mettendo su la via) e avvieranno lo Sperone Northwest, situato a destra della via normale.
L’avventura all’Annapurna verrà poi raccontata in un film realizzato da Matteo Zin ed il suo team, e avrà il supporto fino al campo 1 dal filmmaker Yuri Palma.
La spedizione potrà esere seguita giornalmente sul sito Limit, realtà biellese attiva nel campo della preparazione atletica e della riabilitazione, che ha abbracciato la spedizione tramite il Limit Project x Annapurna.

> segui La spedizione 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio