Trentino, trovata morta l’Orsa F36
Rinvenuta nella sera di ieri l’altro, in val Bondone, nel Comune di Sella Giudicarie, la carcassa dell’orsa F36.
L’accertamento del personale del corpo forestale trentino é scattato in seguito all’attivazione del sensore di mortalità di cui é dotato il radiocollare dell’orsa.
Un fatto di una gravità inaudita che ripugna e colpisce le coscienze di tutti gli italiani e che, se dovesse essere confermata l’ipotesi del bracconaggio, ha una sola responsabile: la politica faunicida.
Lo dichiara – in una nota – la presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi, in relazione al rinvenimento della carcassa dell’orsa F36 in Trentino.
Dopo M62, F36 è il secondo orso condannato a morte dalla Provincia di Trento che viene trovato privo di vita. Aspettiamo che la magistratura faccia le dovute indagini, tuttavia riesce difficile, molto difficile, pensare a un incidente.
L’associazione comunica che sta predisponendo una denuncia per uccisione di animali che verrà presentata nelle prossime ore per fare chiarezza sulla vicenda.
L’orsa F36
Il recupero della carcassa, consegnata all’Istituto Zooprofilattico per gli accertamenti, si é svolto nella mattinata di ieri a causa della difficoltà nel raggiungere il punto di ritrovo. Da un primo esame esterno della carcassa non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte
WWF Ora chiediamo che siano svolte analisi accurate per accertare le cause del decesso e che, nel caso si attesti che la morte sia stata provocata da atti illegali, si svolgano indagini accurate e si accertino eventuali responsabilità. Il WWF Italia presenterà un esposto, richiederà l’immediato accesso ai referti delle analisi necroscopiche e la nomina di un consulente di parte affinché sia garantita la trasparenza.
Quel che è certo è che il clima di allarme e odio che parte del mondo politico e di quello venatorio (che in molti casi ormai coincidono totalmente) stanno creando, non aiuta a raggiungere una pacifica coesistenza tra fauna e uomo e a migliorare il livello di accettazione sociale dei grandi carnivori da parte delle comunità locali.
Alle autorità competenti chiediamo ora un impegno straordinario per tutelare il cucciolo di F36 che, come i cuccioli di Amarena rimasti orfani per un atto di bracconaggio che ha causato la morte della loro madre in Abruzzo, si trova ad affrontare i delicati mesi che precedono l’ibernazione senza la fondamentale protezione della madre.