“Turismo insostenibile nel Tarvisiano”: scatta petizione dei cittadini
Alcuni privati cittadini hanno avviato la raccolta di firme affermando che le troppe presenze portano al peggioramento dei servizi per i visitatori e disagi a chi ci vive. Chiedono, tra l'altro, limiti nell'affluenza...

Alcuni cittadini di Tarvisio hanno lanciato una petizione online “Proteggiamo il Tarvisiano da un turismo insostenibile, per noi e per le generazioni future” raccogliendo dal 15 gennaio ad oggi più di 400 firme.
Insomma, per alcuni è un record, un bene, per altri un allarme, qualcosa da gestire con attenzione. Secondo i promotori della petizione le troppe presenze portano al peggioramento dei servizi per gli stessi visitatori e disagi a chi ci vive. In poche parole: no al turismo insostenibile, no all’overtourism.
“Proteggiamo il Tarvisiano da un turismo insostenibile…”
“La montagna friulana è stata presa d’assalto senza una strategia sostenibile, portando al collasso infrastrutturale, al peggioramento dell’offerta e a un’esperienza di scarsa qualità per turisti e residenti.
A quale prezzo abbiamo raggiunto questo “successo”? Il territorio ha sofferto un caos senza precedenti: traffico insostenibile, bidoni straripanti di rifiuti maleodoranti, sicurezza sulle piste gravemente compromessa, parcheggi insufficienti e strutture ricettive inadeguate rispetto alla domanda. Inoltre, una politica di prezzi a ribasso sugli impianti ha concentrato l’afflusso nei periodi di picco, aumentando i disagi e mettendo ulteriormente a rischio la sostenibilità del sistema. Questo modello compromette sempre di più l’abitabilità di queste terre danneggiando inoltre l’immagine del Tarvisiano, allontanando investitori e turisti che cercano qualità e autenticità, non numeri da capogiro.
I disagi parlano chiaro:
• Traffico paralizzato: L’afflusso incontrollato ha trasformato le principali arterie in code interminabili, rendendo difficile persino raggiungere le località turistiche.
• Sicurezza compromessa: Piste sovraffollate e carenze nell’organizzazione hanno aumentato il rischio di incidenti, mettendo a repentaglio l’incolumità di sciatori e famiglie.
• Crisi abitativa: I residenti si trovano sempre più schiacciati da una pressione turistica che alza i costi degli affitti e riduce gli spazi abitativi disponibili.
• Servizi sotto stress: L’incapacità delle strutture di accogliere l’ondata di visitatori ha prodotto un turismo “mordi e fuggi”, che non lascia ricchezza ma solo disagio.
• Concentrazione dei flussi nei picchi: L’assenza di una politica tariffaria sugli impianti che scoraggi il sovraffollamento nei periodi di punta ha creato una pressione insostenibile durante le festività, lasciando altre settimane sottoutilizzate.
Ci stiamo giocando il futuro delle nostre valli. Cosa chiediamo?
1. Pianificazione sostenibile: Introduzione di limiti di affluenza per evitare il sovraffollamento e garantire la sicurezza.
2. Investimenti nelle infrastrutture: In particolare, per quanto concerne l’emergenza rifiuti e gli investimenti necessari per migliorare i trasporti pubblici.
3. Tutela dei residenti: Politiche per contrastare la crisi abitativa e salvaguardare la vivibilità del territorio.
4. Promozione di qualità: Incentivare un turismo rispettoso dell’ambiente, che valorizzi le risorse naturali e culturali del Friuli Venezia Giulia.
5. Supporto ai ristoratori virtuosi: Sostenere una cucina di qualità, che rispetti le tradizioni e non ceda alla logica del turismo di massa.
6. Politiche di prezzo sugli impianti: Introdurre una tariffazione dinamica sugli impianti sciistici per distribuire meglio i flussi turistici, incentivando visite nei periodi meno affollati e decongestionando le festività.
In questa maniera non si può più andare avanti,noi residenti siamo assaltati da un’orda di persone esterne senza un briciolo di rispetto per niente e per nessuno,a noi non rimane altro che scappare da questa valle di lacrime e lasciare tutto a queste orde di Barbari(SIAMO DIVENTATI UNA RISERVA INDIANA!!!)