Zampogna, lo strumento con cui Nerone “accendeva” la sua passione musicale
La storia racconta che la sua nascita è frutto della trasformazione del flauto del dio Pan (Flauto di panna). In latino si chiamava “utricularium” e tra i suonatori dell’antichità si annovera l’imperatore romano Nerone. Dal Medioevo ad oggi si è diversificato in varie tipologie, divise per territorio, tra cui, forse la più famosa, la “Cornamusa scozzese e irlandese”. Il suo utilizzo consiste nel soffiare in un “otre” di pelle, come la “musetta francese e la piva”. La zampogna è un aerofono a sacco dotato da 4-5 canne che vengono inserite in un ceppo dove viene legata l’otre. Solo 2 canne sono strumento di canto per sviluppare la melodia mentre le altre fanno da “bordone” (suonano una nota fissa). Le canne terminano con delle ance che possono essere singole o doppie, tradizionalmente realizzati in canna (recentemente anche in plastica). La sacca di accumulo dell’aria (otre) è realizzata con una intera pelle di capra o di pecora (utricolo) nella quale il suonatore immette aria attraverso un “insufflitore” (cannetta o soffietto) che mette in vibrazione le ance, quella destra per la melodia, quella sinistra per l’accompagnamento e quelle dei bordoni detti “basso” e “scantillo”.
Esiste una grande varietà di zampogne. L’unità di misura utilizzata per indicare la lunghezza della zampogna è il “palmo” per quanto riguarda l’Italia meridionale mentre nell’Italia centrale la misura è in centimetri.
Zampogna in Abruzzo e nel_Lazio
La zampogna a chiave e la zampogna zoppa sono zampogne con ancia doppia. Costituite da 4 canne, due bordoni senza fori un bordone lungo e uno corto e due canne di melodia, la “dritta” e la “manca”. Nella suonata può essere accompagnata dalla “Ciaramella”.
Zampogna a chiave molisana-laziale (Molise, Lazio e Abruzzo): Le canne di melodia sono intonate a distanza di ottava.
Zampogna zoppa molisana-laziale (Molise, Lazio e Abruzzo): Le canne di melodia sono intonate a distanza di terza.
Ciaramelle di Amatrice (Lazio)
Zampogna in Campania e Basilicata
Zampogna a chiave campano-lucana (Campania e Basilicata)
Surdulina calabro-lucana (Calabria e Basilicata)
Zampogna in Puglia
Zampognari del Gargano.
Zampogna in Calabria
La Zampogna, in dialetto calabrese viene chiamata “Ciarameddha” o “Ciarammeddhra” o “Ciaramida” e viene usata per suonare motivi pastorali, sonate “a ballu”, “fanfarre” o “canti ad aria”. Si declina in sei versioni principali e tre varianti minori nell’area calabrese:
Zampogna “a moderna”: diffusa nell’area dell’Aspromonte greco.
Zampogna a paru: appartenente al territorio di Reggio Calabria e Messina.
Zampogna a chiave delle Serre: originaria dell’area delle Serra calabresi, nata nell’Ottocento e diffusa nella provincia di Vibo Valentia, di Catanzaro, di Reggio Calabria e in minima parte in quella di Cosenza. È presente in vari modelli:
“romani e menzetti”: a 5 canne. I nomi sono: destra, manca, la più piccola cardìu (in italiano: “cardellino”), terza o masculu ed infine trumbuni per via delle note basse e per dare la tonica della scala. Possiede una chiave per poter raggiungere una nota che col dito non riuscirebbe a raggiungere.
Zampogna nostrale o “Confletana”: diffusa nell’area del Reventino e della pre-Sila catanzarese.
Surdulina: diffusa nelle province di Catanzaro, Cosenza e Crotone. Caratteristica anche nelle comunità albanesi.
Zampogna a chiave calabro-lucana: diffusa in tutta l’area del Poliino, in origine era uno strumento solista, oggi con le innovazioni dello zampognaro Lanza e i più frequenti contatti con altre aree della Calabria viene suonata anche con la ciaramella.
Ivan Iarrobino
i.iarrobino@mountlive.com