Escursioniste scandinave violentate e uccise sul Monte Toubkal

Assassinio brutale in Marocco. Vittime due giovani escursioniste scandinave. Due studentesse in vacanza in nord Africa. Sono state trovate morte, con “segni di tagli sul collo”, in una zona montuosa del sud del Marocco a 10 chilometri da Imlil, un piccolo villaggio dell’Alto Atlante.

Louisa Vesterager Jespersen, danese, e Maren Ueland, norvegese, come comunicato dalle autorità di Rabat giacevano lungo il sentiero che porta alla cima di Toubkal. Pare con segni di violenza sessuale.

Il Jbel Toubkal, con i suoi 4.167 metri, è la montagna più alta del Marocco, della catena montuosa dell’Atlante e di tutto il Nord Africa. Si trova a 63 km a sud dalla città di Marrakech, nell’Alto Atlante e nel parco nazionale di Toubkal. Fino al XIX secolo l’interno del Marocco era terra sconosciuta ed il Jbel Ayachi (3.757 m) ne era considerata la montagna più alta dell’Alto Atlante. I primi europei ad averlo scalato sono stati il Marchese di Segonzac, Vincent Berger e Hubert Dolbeau il 12 giugno del 1923. Essi trovarono sulla vetta un cairn eretto dalle popolazioni berbere locali. L’ascensione al tetto del Nord Africa attira un gran numero di amanti del trekking. Essa non presenta delle particolari difficoltà tecniche e l’avvicinamento è agevolato dai mulattieri e dai muli che trasportano i pesi. La via di salita più frequentata parte da Imlil (raggiungibile da Asni) e passa dal Rifugio Toubkal (3.207 m). Nell’agosto del 2010 Rosie Jones ha scalato il monte Toubkal per una raccolta di beneficenza devolta a Help for Heroes.

Il ministero dell’Interno di Rabat ha confermato l’arresto di quattro sospettati. Un primo sospetto era stato fermato martedì e secondo il procuratore marocchino sarebbe affiliato a un gruppo islamista.

L’omicidio delle due ragazze può essere considerato “politicamente motivato e quindi un atto di terrorismo”, ha detto il primo ministro danese Lars Loekke Rasmussen secondo il quale “ci sono ancora forze oscure che vogliono combattere i nostri valori” e di fronte alle quali “non dobbiamo arrenderci”.

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