Everest, tutti d’accordo: bisogna intervenire subito

Primavera Everest tra ingorghi e morti. Undici alpinisti deceduti sul Tetto del Mondo. Ed è scatta la poleica e si cerca di prendere contromisure. Ad interveire, prontamente, è l’UIAA, International Climbing and Mountaineering Federation, che fa una disamina allargata su problematiche e potenzialità. Parla di sostegno alle comunità in loco, sicurezza degli scalatori, protezione dell’ambiente montano anche in riferimento a rifiuti ed inquinamento. E per far tutto ciò 3 sono le priorità: preparazione degli alpinisti,  gestione, formazione ed auto-responsabilità. L’Agenzia è pronta a collaborare e a fare il possibile per migliorare lo stato delle cose.

Intanto è intervenuto anche il Ministero del Turismo nepalese.

Il quale puntualizza sul ruolo svolto dalle condizioni climatiche in relazione alle tragedie. Erano previste due finestre meteo favorevoli, intorno al 16 e tra il 21 e il 24 maggio. Il fatto è che la maggiro parte degli alpinisti hanno optato per la seconda finestre di bel tempo. Poi ci si è messo di mezzo il forte vento bloccando in tanti a c4 e infine si è creato l’ingorgo nei giorni 22 e 23 per la scalata alla vetta con blocchi anche di diverse ore. In fase di discesa gli alpinisti, stanchi, costretti a gestire una situazione complicata.

Il governo, quindi, cercherà soluzioni ad hoc in futuro per rendere più sicure le spedizioni. Pertanto lavorerà a stretto contatto con tutte le agenzie di spedizione. Non solo. Collaborazione con la comunità alpinistica internazionale su tutti i fronti.

Ma il problema, diciamo noi, è ben datato. L’affollamento all’Everest è situazione ben nota. E ciclicamente si parla di ricerca di soluzioni, con tante opzioni sul campo ma non si è giunti ad oggi ad una situazione chiara. Sarebbe ora!

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