Orsi morti in Abruzzo, il Cai: Debolezza locale inaccettabile

Gravissima e dolorosa la perdita avvenuta il 15 novembre di una femmina e di due piccoli dell’anno, annegati in una vasca per la raccolta dell’acqua, una trappola dalla quale, una volta caduti non sono riusciti a venir fuori.
C’è un impegno locale del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, nazionale ed europeo per la salvaguardia dell’orso bruno marsicano (ursurs arctos marsicanus), di questa singolare sottospecie presente solamente in queste regioni d’Appennino.

Nella recente riunione delle sezioni CAI d’Abruzzo a L’Aquila, il 10 novembre, è stato evidenziato quanto orso bruno marsicano e camoscio d’Abruzzo siano simboli del valore unico e irripetibile dell’ambiente montano.
L’orso è un animale curioso ed errabondo e in questo caso la famigliola si trovava oltre i confini del Parco, nella zona di protezione esterna.

Tanti sforzi, per tutelare una popolazione esigua e speciale di grandi carnivori,vengono vanificati da una debolezza locale inaccettabile che ha determinato la perdita di una femmina e di due giovani di orso, un maschio e una femmina, seguiti con cura della loro crescita e ai quali era affidato il futuro della specie. Pesante è la perdita per il Capitale Naturale della Montagna.

Immaginiamo poi la sofferenza di questi animali e tutti i loro estremi tentativi per riuscire a venire fuori da quella trappola insuperabile, con le lisce pareti verticali di cemento.
La tutela è un processo culturale, è una scelta dettata da consapevolezza ed educazione: come Cai ribadiamo che “grande è la differenza tra intervenire per obbligo e prendersi cura dell’ambiente”

Filippo Di Donato
Presidente CCTAM del CAI
da Lo Scarpone

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