Trento Film Festival, occhio all’ambiente

Dal 27 aprile al 5 maggio torna la più antica rassegna internazionale di cinema e culture di montagna: 127 film in programma, di cui 27 in concorso, 144 appuntamenti, tra serate evento, incontri, mostre e convegni. Il Marocco Paese ospite della Sezione “Destinazione…”

Nella Sede centrale del CAI – Club Alpino Italiano, a Milano, sono state presentate le anteprime del programma della 67. edizione del Trento Film Festival che, come ormai tradizione, sarà ricco di numerosi appuntamenti di richiamo, con nomi celebri del mondo dell’alpinismo, del cinema, della cultura e dello spettacolo, e con un programma cinematografico di alto livello che ha come sfondo la montagna e le sue culture, l’avventura e l’esplorazione.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il presidente generale del CAI, Vincenzo Torti, il presidente e la direttrice della rassegna, rispettivamente Mauro Leveghi e Luana Bisesti, e il responsabile del programma cinematografico del festival, Sergio Fant. Ha portato inoltre un saluto il presidente di Itas Mutua, Fabrizio Lorenz, compagnia assicurativa con la quale il festival realizzeraà la cerimonia delle premiazioni, durante la quale saranno consegnate oltre alle “Genziane” della rassegna cinematografica le “Aquile” dei vincitori del prestigioso “Premio Itas del Libro di Montagna”.

Nel suo intervento di saluto Vincenzo Torti si eà soffermato, in particolare, sul “Sentiero Italia CAI”, un’importante e coinvolgente iniziativa di cui si parlerà ampiamente al festival. «Un sogno trasformato in realtà: questo rappresenta il Sentiero Italia CAI – ha detto il presidente generale del sodalizio – i cui protagonisti a Trento ripercorreranno, questa volta con il racconto e le immagini, la storia dell’idea di tracciare un sentiero che attraversasse tutta l’Italia. Una storia passata attraverso l’avventura del CamminaItalia 1995, fortemente voluta dalla componente escursionistica del CAI, e approdata ora alla sua realizzazione, grazie all’impegno di centinaia di volontari, per consentire, con la lentezza di un cammino ininterrotto, di scoprire paesaggi e culture che rendono unico il nostro Paese».

Il presidente del Trento Film Festival, riferendosi al grido di allarme e di speranza lanciato recentemente dai giovani di tutto il mondo – con in testa Greta Thunberg – per richiamare l’impegno dei governanti contro i cambiamenti climatici, ha evidenziato come la rassegna sia già da diverse edizioni attenta a questo tema, che rappresenta anche quest’anno uno degli assi portanti della manifestazione, sia dal punto di vista della programmazione cinematografica, sia degli eventi collaterali. «Anche il manifesto ufficiale di questa 67. edizione, ideato dall’artista e illustratore Javier Jaeén, rappresenta un richiamo al rapporto dell’uomo con il mondo fragile della montagna”, ha detto Mauro Leveghi. “Una relazione che deve essere ripensata anche in termini di limiti che l’umanità deve porsi, affinché gli straordinari ecosistemi delle “terre alte” di tutto il mondo possano continuare ad esistere così come li conosciamo noi. L’allarme e alto e impone a tutti di fermarsi per riflettere sul futuro che vogliamo costruire con la montagna, per abbandonare quella visione antropocentrica che non permette di guardare verso orizzonti futuri.

In questo senso il Trento Film Festival, nell’anno dedicato al turismo lento, vuole contribuire con la sua programmazione a creare momenti di riflessione rimettendo al centro del dibattito anche il concetto di alpinismo, inteso nella sua accezione piuà ampia di modo di vivere la montagna».

Il programma cinematografico e di eventi della 67. edizione del Trento Film Festival anche quest’anno  è ricco e articolato, proponendo al pubblico una serie di appuntamenti che ruotano sui temi dell’ambiente e i cambiamenti climatici, la ricerca scientifica finalizzata a una vita sostenibile, la scoperta della natura che ci circonda attraverso il camminare lento, la riflessione sulle nuove frontiere dell’alpinismo e delle nuove pratiche in montagna.

«Questi temi – ha spiegato Luana Bisesti – saranno i leit-motiv delle serate evento, da quella con Reinhold Messner dedicata alla grande figura dello scienziato ed esploratore Alexander von Humboldt, padre dell’ecologia, di cui quest’anno ricorrono i 250 anni dalla nascita, a quella con il velista Giovanni Soldini e l’alpinista Hervé Barmasse che ci condurranno attraverso le dimensioni di due mondi, quello del mare e della montagna, che hanno molti piuà punti in comune di quanto s’immagini; dal racconto del cantante Luca Barbarossa che ci parleraà, anche con le sue canzoni, dell’importanza nella vita del silenzio, di cui si avverte la necessita anche in alta quota, alle riflessioni del filosofo Vito Mancuso sulla natura e l’uomo, entrambi in bilico tra fragilitaà e bellezza. Anche le serate alpinistiche avranno al centro dell’attenzione la natura che ci circonda e il modo di viverla attraverso le piuà diverse pratiche, come quella che saraà condotta daMassimiliano Ossini che, con Tamara Lunger, condurraà gli spettatori a scoprire i modi diversi di vivere la montagna attraverso il racconto di protagonisti straordinari: dall’arrampicata allo sky running, dallo scialpinismo alla slackline, freeride, parapendio, base jumping e mountain bike; cosìà come quella a cura del giornalista Sandro Filippini che ricorderaà, con Hervé Barmasse, Luca Calvi, Celina Kukuczka e Krzysztof Wielicki, l’epopea di un grande protagonista dell’Himalaya come Jerzy Kukuczka, scomparso 30 anni fa sul Lhotse. Natura e montagne saranno protagoniste anche di diverse mostre, come quella dedicata alle stele dell’artista valdostano Donato Savin, che trae ispirazione per le sue opere dal rapporto ancestrale con le cime di casa. Numerosi e di grande richiamo anche gli appuntamenti dedicati al Paese ospite di questa 67. edizione del festival, il Marocco, custode di un patrimonio culturale ricchissimo, frutto di millenni d’incontri, relazioni e contaminazioni tra culture e civiltaà diverse, di cui si andraà alla scoperta in collaborazione con l’Ambasciata in Italia del Regno del Marocco e la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.

In programma, durante il festival, le proiezioni di 127 film, di cui 27 (15 lungometraggi e 12 cortometraggi) provenienti da 18 paesi diversi concorreranno alle Genziane d’Oro e d’Argento. «Dai documentari ai lungometraggi, dai classici restaurati alle sperimentazioni contemporanee, dal cinema internazionale a quello locale – ha evidenziato il responsabile della programmazione cinematografica del Trento Film Festival, Sergio Fant – la selezione 2019 ci racconta le montagne come sensibili punte di iceberg del pianeta Terra, nell’anno in cui si eà svegliata la coscienza delle giovani generazioni per il riscaldamento globale e i rischi ambientali».

Oltre alle tradizionali sezioni, la 67. edizione sarà caratterizzata dai programmi speciali “Amici fragili” dedicato ad alberi e boschi, ispirato dalla catastrofica tempesta sulle Dolomiti di fine ottobre 2018 (in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO e con il contributo dei Fondi Comuni di Confine), e “Destinazione… Marocco”, un invito alla scoperta del territorio e delle genti di questo affascinante Paese nordafricano, caratterizzato dalla presenza di spettacolari catene montuose.

Trento Film Festival

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