Alla scoperta degli angoli nascosti della Majella
Le cime dei monti sono imbiancate, conviene scegliere per l’escursione un percorso assolato, panoramico, sicuro. La scelta è per il vallone dell’Avella a Pennapiedimonte CH. Incontro un gruppo numeroso del CAI di Lanciano, circa ottanta soci. Per la sezione è l’ultima escursione in programma, dal Balzolo al rifugio Pischioli, dove ci sarà una salsicciata di arrivederci. Io scelgo un percorso ad anello, ed alcuni soci si uniscono, meglio essere in compagnia. L’anello inizia dal Balzolo, (700 m), un terrazzo panoramico di Pennapiedimonte CH, così chiamato perché si affaccia su una rupe. Il Balzolo si trova fra un arco naturale, conosciuto come LA PINNA, LA PENNA, LA DEA MAJA, o meglio CIMIROCCO (Cima della Roccia), ed il sepolcro del dio Mercurio, chiamato CIMIROCCONE (Cima del Roccione). Si procede lungo il sentiero 4, sulla strada brecciata dell’acquedotto, sopra il canyon del torrente Avella.
Mentre sono fermo per scattare foto e godermi il panorama, mi invade una emozione che non avevo mai provato. Poco più giù della dea Maja, una meravigliosa cascata artificiale, (è l’acqua che esce dal serbatoio perché pieno)! Rifletto, immagino che questa acqua potrebbe raccontare le lacrime della dea Maja, pietrificata per il dolore della perdita del figlio Mercurio. Pura immaginazione, ma vedere questa scena, mi ha commosso. Arriviamo ai “trè candìunë, i tre Cantoni”, (spuntone, sporgenza, punta), un belvedere costruito sulla strada brecciata. Sulla destra c’è un inizio di sentiero… poco visibile, che porta al “traforo”, ottenuto dalla roccia. Da qui inizia un sentiero pastorale che agevolava anticamente i pastori a raggiungere con le pecore le grotte. Sulla parete interna di una cavità, sono visibili alcune stalattiti fossilizzati. Inizia ora, direzione NORD, un sentiero pastorale ripido, scivoloso, umido, con tratti esposti, chiuso da rovi e varia vegetazione, per raggiungere IL PASSO DELL’ORSO (950 m circa). Si riprende fiato godendo dello spettacolo. Sopra di noi, come un animale preistorico, il roccione della “cavalìrë”, CAVALIERA (984 m), con la testa a forma di cavallo. Arriviamo a questa grotta, certamente la più grande, (la rùttë dë la cavalìrë), anche se da informazioni avute dai pastori, la vera denominazione è LA GROTTA DI SANT’ANNA, dove i frati eremiti, che alloggiavano alla grotta di “fratanòllë”, celebravano la messa in onore di questa santa. Anche in questa grotta un’altra emozione.
All’ingresso della seconda grotta interna, resto affascinato, incredulo, come ci possa essere stata una mano invisibile di uno scultore che ha scolpito una immagine che rappresenta il maiale! La testa, il naso, la bocca, il mento, il collo, l’occhio, la schiena… emozionante! E’ pura immaginazione, ma non si può restare insensibili a ciò che l’ecosistema ha creato. Rinfrescata la geografia del luogo, seguitiamo il nostro cammino e fra una interruzione del sentiero per un pino sradicato, alcuni passaggi esposti, arriviamo a l’àrë dë li prìtë (1240 m), ARA DEI PRETI, uno spiazzo che era proprietà degli eremiti. Il Rifugio Pischioli (1135 m) è vicino, ce ne accorgiamo anche da uno stuzzicante profumo di arrosto. Per tornare al Balzolo, ho proposto il sentiero numero 3 che passa nella zona “lu ceràscë”, IL CILIEGIO, dove c’è un rudere con delle incisioni da interpretare. Questa era una zona frequentata, coltivata e ci sono ancora i terrazzamenti.
Il percorso non è molto lungo, ma è abbastanza impegnativo
Dislivello 600 m
Distanza 6 KM
Difficoltà EE
Tempo 5 ORE (senza soste)
>>> I LETTORI: Luciano Pellegrini