Allarme ONU alla Cop15: “Stiamo facendo la guerra alla natura”

Obiettivo della Conferenza mondiale sulla biodiversità che si svolge in Canada, a Montreal: rendere area protetta entro il 2030 il 30% del territorio mondiale

Stiamo facendo la guerra alla natura. La deforestazione e la desertificazione stanno creando terre desolate di ecosistemi un tempo fiorenti.

È questa la forte denuncia del segretario generale dell’ONU Guterres intervenendo all’avvio dei lavori della Cop15 CBD, la Conferenza mondiale sulla biodiversità che si svolge in Canada, a Montreal, dal 7 al 19 dicembre.

La nostra terra, l’acqua e l’aria sono avvelenate da sostanze chimiche e pesticidi e soffocate dalla plastica. La nostra dipendenza dai combustibili fossili ha fatto precipitare il nostro clima nel caos. La produzione e il consumo insostenibili stanno aumentando alle stelle le emissioni e degradando la nostra terra, il mare e l’aria.
Un terzo di tutta la terra è degradata, rendendo più difficile nutrire le popolazioni in crescita. Piante, mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci e invertebrati sono tutti a rischio. Un milione di specie sono sull’orlo del baratro.

Di fronte a questa situazione, è necessario fermare “questa distruzione” e “passare dalla discordia all’armonia”.

Respingere l’apocalisse della biodiversità affrontando urgentemente il cambiamento dell’uso della terra e del mare, lo sfruttamento eccessivo delle specie, i cambiamenti climatici, l’ inquinamento e le specie aliene invasive. È tempo di stringere un patto di pace con la natura.

Obiettivi

A Montreal si discute della possibilità di rendere area protetta entro il 2030 il 30% del territorio mondiale e il 30% degli oceani, un obiettivo sostenuto dai paesi della UE che lo ha già assunto nella Strategia Europea per la Biodiversità. La discussione verte sulla necessità che ogni paese si impegni a preparare e attuare dei piani di ripristino della biodiversità, attraverso interventi di rinaturalizzazione e ricostruzione di ambenti naturali. Temi condivisi ma su cui, come per la Cop27 sul clima, resta l’incognita delle risorse da mettere a disposizione per perseguirli, soprattutto per le nazioni più fragili e vulnerabili.

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